Non chiamatela favola: i segreti della capolista Carpi

Compenza, lungimiranza e programmazione. Guai a chiamarla favola. Il Carpi è ormai una delle realtà più laboriose e brillanti del calcio italiano. In un lustro i carpigiani sono volati dalla Serie D alla vetta della cadetteria. Un primato non casuale ma frutto di un progetto che negli anni si è sempre rivelato vincente. Deus ex machina biancorosso il diesse Cristiano Giuntoli. Operativo almeno venti ore su ventiquattro al giorno. Capita spesso di vederlo all'Ata Hotel trattare sino a tarda notte pur di accaparrarsi un obiettivo di mercato. Possibilmente a condizioni economiche vantaggiose per la propria squadra. Non a caso da anni le principali operazioni le conclude last-minute nell'ultima decade agostana. Un martello si direbbe in gergo, tanto da seguire assiduamente gli allenamenti anche di tutte le formazioni del Settore Giovanile emiliano. Un dirigente a trecentosessanta gradi. Si occupa di ogni aspetto riguardante la propria società, dalla gestione dello spogliatoio alle linee guida della comunicazione. In questi anni ha poi creato un vero e proprio staff di prim'ordine. Dai fedelissimi Canepa e Scala, dirigenti multi-tasking e in grado di assolvere ad ogni mansione societaria, sino a Giuseppe Pompilio e Aldo Preite. Il primo da anno a questa parte si è rivelato prezioso nell'opera di scouting; mentre il secondo ha rinforzato l'area tecnica portando in dote alcuni giovani talenti quali Kevin Lasagna. In panchina un timoniere esperto e navigato come Fabrizio Castori, la cui carica agonistica miscelata alla voglia di rivalsa dopo un paio di stagioni in chiaroscuro hanno ulteriormente cementato l'ambiente. I risultati brillanti non rappresentano dunque un caso, ma solo la realizzazione di un progetto. In un calcio che abusa ad ogni pie' sospinto di tale definizione, c'è qualcuno come il Carpi capace di mettere in pratica sul campo i propri intendimenti...