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LO STRANO CASO DEL PESCARA: QUANDO IL DIFFICILE E' PASSARE DALLA TEORIA ALLA PRATICA

LO STRANO CASO DEL PESCARA: QUANDO IL DIFFICILE E' PASSARE DALLA TEORIA ALLA PRATICATuttoB.com
© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport
mercoledì 16 aprile 2014, 00:00EDITORIALE
di Luca Cilli

Teoricamente il progetto stilato in estate dal Pescara per disputare un torneo da assoluto protagonista sembrava perfetto: un allenatore importante come Pasquale Marino, reduce da annate non proprio esaltanti ma con una grande voglia di riscatto come la stessa piazza biancazzurra; una rosa di primo livello, con alcuni elementi di spicco in grado di fare la differenza; la profondo convinzione, condivisa all’unanimità da critica ed addetti ai lavori, di poter reggere, se non ostacolare il cammino del Palermo, l’altra grande favorita. Teoricamente il piano per divertire e divertirsi in modo da cancellare anche l’onta della pessima esperienza vissuta in serie A era chiaro. Il problema, tutt’ora irrisolto, è stato il passaggio alla pratica. Cioè il trasformare i valori della squadra da potenziali ad effettivi. In questa fase transitoria ha fallito Pasquale Marino ed al momento anche Serse Cosmi, l’uomo scelto dalla dirigenza proprio per rimpiazzare il tecnico siciliano allontanato dopo una lunga serie di sconfitte consecutive. Il Pescara attualmente è fermo nel limbo della mediocrità. Fra color che son sospesi. La zona calda è piuttosto distante, quella relativa agli spareggi promozione abbastanza vicina. Due punti rispetto ai play-off sono effettivamente pochi. Ma per il Pescara attuale possono anche rappresentare un’enormità. Quando non si ha carattere, fame, voglia, grinta, ed un’idea di gioco ben precisa, anche una piccola crepa può rappresentare una voragine impossibile da superare. Il Pescara, guardando risultati e prestazioni, si è fermato a Latina. Di fatto il punto più alto della gestione Cosmi, fra l’altro iniziata anche in maniera convincente con i successi contro Cesena e Spezia, il pari di Avellino ed una dignitosa sconfitta casalinga contro il forte Palermo. Uno sprint iniziale seguito da una repentina frenata. Un iter fra l’altro già visto. Con Marino, infatti, è stata un’esperienza senza mezze misure. Una lunga striscia di risultati utili consecutivi a cui ha fatto seguito un’altra caratterizzata da molte sconfitte in serie. Squadra, quella biancazzurra, senza continuità e psicologicamente fragile, in grado di esaltarsi così come sprofondare nello sconforto più totale. Una situazione a cui non hanno saputo porre rimedio ne Marino ed al momento nemmeno Cosmi che non ha usato giri di parole per esternare tale pensiero. Il tempo ed il campo hanno detto e dimostrato che al momento il progetto del Pescara era buono solo a livello teorico e la rosa decisamente sopravvalutata. Tuttavia in un campionato mediocre c’è ancora tempo per salvare la stagione e regalare una gioia ad una società ed una piazza che non hanno lesinato, rispettivamente, sforzi economici e grande attaccamento alla maglia. Per farlo è necessario dimostrare di essere forti non solo sulla carta. Sforzini, tanto per fare qualche nome, oltre alla generosità mostrata dovrà ripagare la fiducia dell’ambiente a suon di gol. Ragusa risolvere con Cosmi gli equivoci tattici sorti dopo l’avvento del tecnico umbro e tornare ad essere un uomo in grado di trascinare i suoi. Mascara, Cutolo, Zauri, ed in generale la vecchia guardia, dare dimostrazione di come è possibile uscire a testa alta anche dai momenti più complicati. L’importante adesso è scendere dal lettino dello psicologo e mettere in campo, se ci sono, quelle qualità al momento inespresse. Altrimenti sarà un’altra annata da cancellare. Ed un fallimento soprattutto per chi è considerato un top-player per la categoria. Perché tale lo è stato solo in teoria e non in pratica.