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Como, che fai? Assurdo esonerare Longo. L'Ascoli chiede a Castori un'altra impresa salvezza. Cambiano manico anche Brescia e Spezia

Como, che fai? Assurdo esonerare Longo. L'Ascoli chiede a Castori un'altra impresa salvezza. Cambiano manico anche Brescia e SpeziaTuttoB.com
Castori
© foto di Nicola Ianuale/TuttoSalernitana.com
martedì 14 novembre 2023, 01:00Editoriale
di Marco Lombardi

La defenestrazione di Moreno Longo ha colto di sprovvista tutti, sfuggendo ad ogni logica. Ricapitoliamo: il Como sbanca Ascoli, campo storicamente osticissimo, inanella il terzo risultato utile consecutivo (7 punti) e sale al sesto posto, a quota 21, in piena zona playoff (obiettivo del club), con la prospettiva peraltro di scalare ulteriori posizioni fino ad avvicinare addirittura l'area promozione diretta perché i lariani devono ancora recuperare una partita (il derby con il Lecco, in calendario il 28 novembre al ‘Sinigaglia’); una situazione invidiabile, ma non per l’opulenta proprietà indonesiana, che ha preteso la testa del tecnico. La sua colpa? La squadra non sviluppa un calcio esteticamente gradevole. “Non ci basta vincere, vogliamo anche il bel gioco – ha dichiarato Mirwan Suwarso, esponente del gruppo proprietario –. Il Como è la squadra che concede più occasioni quando è in vantaggio, e anche quella che ha meno probabilità di segnare di nuovo dopo aver preso il comando del match. Siamo anche la formazione con meno tocchi nella metà campo avversaria”. Argomentazioni debolucce per sfociare nell’esonero di un professionista serio e capace come Moreno Longo. Basita anche la squadra (ora affidata a Cesc Fabregas, ad interim): “Tutti i giocatori hanno chiamato il mister”, scriveva ieri La Provincia. E niente da qualunque angolatura la si voglia vedere, questa vicenda è assolutamente kafkiana. Il rischio, ora, è quello di rovinare un bel giocattolino.

Nel mentre, l’Ascoli licenzia William Viali; fatale guarda caso proprio il ko interno patito per mano del Como che ha allungato a tre giornate la striscia negativa dei bianconeri, precipitati al quartultimo posto. Decisione, in questo caso, condivisibile: c’era bisogno di una scossa. Toccherà adesso a Fabrizio Castori il compito di riaccendere una squadra spenta e involuta, che dovrà lottare col coltello tra i denti per mantenere la categoria. Il mercato di gennaio, poi, cui metterà mano il nuovo ds Giannitti (con Castori a Perugia nella passata, sfortunata, stagione), servirà per colmare le lacune di un organico costruito male; fino ad allora però si dovrà fare di necessità virtù. Il 69enne tecnico di San Severino Marche, grande specialista della cadetteria, torna nella città delle cento torri a distanza di oltre due lustri; la speranza è che riesca a bissare l’impresa compiuta nel 2010/11 quando, subentrato in corsa al capezzale dell’Ascoli ultimo, condusse alla salvezza i bianconeri, gravati dal fardello di 6 punti di penalizzazione. Castori ci crede. Lo si evince anche dalla formula del contratto sottoscritto (fino al 30 giugno 2024), in cui ha chiesto e ottenuto l’inserimento di un’opzione di rinnovo in caso di raggiungimento dei playoff.

Ribaltoni in corso pure in casa Brescia e Spezia. Dato il benservito a Gastaldello e ingoiata la quinta sconfitta consecutiva (al ‘Rigamonti’, ridotto ormai a terra di conquista, ha fatto festa anche la Cremonese, corsara sul velluto 0-3), Cellino ha scelto Rolando ‘Rolly’ Maran nel tentativo di defibrillare una squadra il cui campionato, dopo una partenza illusoria, si sta trasformando in un mistero doloroso. Un pianto a dirotto. Silurato anche Max Alvini, che paga il disastroso ruolino di marcia del suo Spezia, cui soltanto un autogol in pieno recupero nello scontro diretto tra ‘disperate’ con la Ternana ultima della classe ha evitato l’ennesimo scivolone. Con il 53enne tecnico di Fucecchio, che con ogni probabilità sarà rimpiazzato da Luca D’Angelo, dovrebbero fare le valigie anche il ds Melissano e il chief football officer Macia, corresponsabili del sin qui fallimentare campionato degli aquilotti (terzultimi) e ferocemente contestati dalla tifoseria.