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Catania: un Silenzio inquietante

Catania: un Silenzio inquietanteTuttoB.com
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
domenica 14 giugno 2015, 09:00EDITORIALE
di Francesco Becciani

Quiete prima della tempesta o silenzio tombale? Si muove foglia, sottobanco, senza dar adito a nessuno di potersi intromettere o si naviga nel deserto assoluto, arido di risorse, prosperità e soprattutto di prospettive future? Non sappiamo le risposte, non possiamo saperle. Siamo (e con questo intendo noi come organi di stampa), esclusi da ogni tipo di forma di dialogo, di confronto, formale o meno con la società Calcio Catania. Sappiamo di non sapere. Forse siamo tutti dei piccoli Socrate, condannati ad avallare ipotesi, scartandole o rafforzandole l’una dopo l’altra aspettando un minimo segnale, una foglia che cade, per poter capire se ciò che succede rispecchia o meno i tentativi di pervenire alla verità. 

Ci sarà mai una conferenza stampa di fine stagione? Si avranno mai delle risposte sul perché della deludente annata? Quale il ruolo di alcuni elementi all’interno della società? Perché sono state fatte tante scelte, che elencare senza dimenticarsi anche solo di una appare ardua impresa? Dimenticare, già. Forse è quello che devono fare i tifosi del Catania. Dimenticare due anni di vuoto assoluto, caratterizzato da silenzi, di poche parole e di fatti poco aderenti alla realtà.

Il futuro in terra etnea potrebbe essere  rappresentato da un orgastico incrocio con il passato, radioso e splendente, carico di aspettative certo, ma anche e soprattutto di speranze. Pasquale Marino e Davide Baiocco, due nomi e mille ricordi. Da quello della storica promozione di dieci anni fa, alla prima storica salvezza. Ma anche qui i dubbi attagliano gli attenti appassionati di questi colori. Perché dopo i saluti “ufficiali”, e un annunciato ritorno a casa, Marino non firma? Non arriva una conferma, una parola. E Baiocco? Storico capitano, ormai da un mese a contatto con la società per entrare proprio in vesti dirigenziali. Quale il suo futuro? Perché non si muove foglia? Torneranno? Sono già tornati? Manca solo l’ufficialità? Sono distanti? E il mercato? meglio non aprire l’argomento, altrimenti le pagine del libro delle domande potrebbero scorrere a dismisura.

Mille le domande, forse anche di più. Perdere il conto è semplice, così come lo è parlare. Già, perché a parlare sono bravi un po’ tutti, diciamoci la verità. Tutti tranne forse chi dovrebbe nel momento più opportuno. Parlare in fondo è la prima cosa che ci viene insegnata da piccoli, con gran soddisfazione da parte dei genitori, sempre più orgogliosi parola dopo l’altra. Parola che forse oggi è già dimenticata. Non abbiamo vere risposte. Al momento non possiamo averle, almeno in via ufficiale. Attendiamo navigando affannosamente tra i “potrebbe” e i “sarebbe” in un mare, ombreggiato dal gigante Etna, che lascia incerti tutti, nel silenzio, nella paura, e forse nella rassegnazione di un silenzio che diventa giorno dopo giorno sempre più inquietante.