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35 anni di VeneziaMestre
lunedì 27 giugno 2022, 13:06Editoriale
di Manuel Listuzzi
per Tuttoveneziasport.it

35 anni di VeneziaMestre

Ho sempre amato i compleanni e le ricorrenze. Da un lato la festa, la voglia di stare assieme rivedendosi magari dopo parecchio, e dall’altra la possibilità di fermare il tempo, riflettendo sul percorso, sui successi e sulle cadute, tra gioie e difficoltà. Ieri però non è stato un compleanno come tanti altri, ieri si è scritta veramente una pagina di storia. Mi piace pensare che fra tanti anni si guarderà al 26 giugno 2022 come una di quelle date cardine dell’avventura arancioneroverde, quando finalmente un’intera tifoseria si è ritrovata insieme, ha scelto di riabbracciare le tradizioni che da troppi anni erano state, per un motivo o per un altro, accantonate, ignorate o, quantomeno, sottovalutate. 35 anni di storia Unionista, 35 anni di battaglie per un’identità mai veramente chiarita dalle diverse società che si sono susseguite, a cominciare dal padre di questa nostra passione, quel Maurizio Zamparini che ha giocato per anni con i sentimenti di un’intera città, prima di abbandonarla per lidi più caldi e produttivi. Che riposi in pace. Ieri invece si è scelto di mettere un punto esclamativo sulla nostra storia, rendendo merito a quei ragazzi che dal 1987 hanno deciso di seppellire l’ascia di guerra di una rivalità intestina alla provincia per credere in un’ideale diverso, un sogno arancioverde che con il tempo ha valicato i confini del terreno di gioco per diventare parte integrante di un tessuto cittadino che ha riscritto il Dna stesso della nostra città. Ieri si è reso onore a chi per sette lustri ha difeso i nostri colori in giro per il paese, passando più volte dai riflettori del grande calcio ai campetti di periferia con lo stesso identico spirito, quello di chi per questa favola ha dedicato la propria intera vita. Ieri è finito il tempo delle ambiguità, delle eterne discussioni su nomi, date e colori, si è ricompattato un fronte che per troppi anni ha avuto altre battaglie da affrontare all’interno della stessa curva. Il 26 giugno 1987 è nata una nuova squadra, VeneziaMestre il suo nome, arancioneroverde il suo colore. Era una squadra che univa al suo interno le gloriose storie di due compagini cittadine che da decenni si sfidavano per il predominio dello stesso territorio ma che alla fine sono state costrette ad unirsi per puntare a vette fino ad allora solamente sfiorate. Fusione, incorporazione, cavilli legali, chiamateli come volete. La verità è che da quel momento due generazioni di veneziani e mestrini sono cresciuti amando questa nuova strana, meravigliosa nuova creatura. C’è spazio in questa grande, unica ed inimitabile città per altre minori realtà che preferiscono il passato, vecchi colori e paradossali anacronistiche rivalità, romantici (volendo) come gli amanti del cinema muto, ma gli sarebbe bastato passare qualche minuto in compagnia dei ragazzi ieri pomeriggio per comprendere come questa squadra, questo amore che noi proviamo, rappresenti anche loro, dalla laguna alla terraferma, la bandiera di un unico straordinario popolo. E le testimonianze di affetto e di legame raccontate dalle nostre leggende Mattia e Paolo, come quelle di Scanta, Fabiano, Evans e Prado gol, non fanno altro che autenticare come ci sia un’unica cosa che possa garantire il presente ed il futuro della nostra Unione, e siamo noi. Sono i ragazzi che hanno sacrificato tempo, denaro e salute per questa maglia, quelli che si sono sbattuti per organizzare questa festa e per accendere i riflettori su una ricorrenza che in viale Ancona hanno fatto finta di ignorare per troppo tempo. Non esiste una squadra senza la propria gente, non servono gli americani, i russi, i geni del marketing o le primedonne del web, non può esistere un progresso quando non si rispetta il passato. Taibi, Recoba, Maniero, Mariani, Garofalo, moltissimi i messaggi giunti a salutare l’Unione ed il suo popolo. Giocatori che hanno da subito compreso la realtà frammentata in cui andavano a giocare ed a vivere. Loro lo hanno accettato, mentre ancora adesso, i nostri stessi vicini di casa faticano a recepire questa grande, enorme passione, questa lotta estenuante per un nome ed una identità che gli affari ed il “brand” ancora cercano di soffocare. Non ci riuscirete, non ci riuscirete mai. Perché vedete, tifare Unione non è una scelta, ma un sentimento. Quello di chi in quella maglia non vede solamente una squadra di pallone, ma il senso di appartenenza alle tradizioni del nostro popolo, il ritratto delle nostre famiglie che vivono di qua e di là del ponte, il distacco totale dallo stile e dalle vite dei cugini trevigiani e padovani, l’orgoglio di essere un figlio di San Marco cresciuto più o meno distante dal campanile, o dalla torre.

Ieri al forte Gazzera si è urlato come sempre il nome del VeneziaMestre, ma questa volta, a fianco dei fratelli modenesi, cosentini, andriesi, pistoiesi, viennesi, si è compreso fino in fondo che questa è la nostra famiglia, un gioiello da proteggere e custodire, non è e non sarà mai semplice business. Il calcio progredisce, proprio come qualsiasi altra cosa in questi tempi bui, si fa sintetico e commerciale, impossibile ormai invertire la rotta. Ma ci sono cose che non si barattano, sogni che non si vendono. Il nostro si chiama VeneziaMestre, l’Unione il nostro unico scopo.

Buon compleanno unionisti!