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Latina, dg Lucchesi: "In tanti ci hanno chiesto di andare via"

Latina, dg Lucchesi: "In tanti ci hanno chiesto di andare via"TuttoB.com
© foto di Federico Gaetano
venerdì 3 febbraio 2017, 12:00PRIMO PIANO
di Angelo Zarra
fonte uslatinacalcio.it

Giorno di presentazioni in casa Latina. Il direttore generale pontino Fabrizio Lucchesi ha fatto il punto dopo le tante critiche piovute sulla società durante la finestra di mercato: "Le difficoltà che ci sono sul Latina sono tante. Di noi parlan male tutti, ci portiamo dietro tante criticità legate al passato. Sono difficoltà nei confronti dei procuratori, dei giocatori e della società stessa. Conciliare la disponibilità di nuovi giocatori con la necessità di toglierli, nella ricerca di un equilibrio finanziario, è stato un leitmotiv che ci ha accompagnato negli ultimi dieci giorni. I giocatori che sono arrivati sono tutti a titolo temporaneo, perché l’idea era quella di arrivare a giugno e avere la facoltà di poter decidere chi rimane a giocare a Latina e chi no. Nel calcio di oggi, rispetto a dieci anni fa, una delle grandi ricchezze di una società è quella di avere rose snelle e corte, potendo essere dinamiche sul mercato. Questo può succedere soltanto se non si hanno, ad inizio stagione, giocatori che non sono funzionali al progetto. Questo è un problema che avevamo, che abbiamo e che avremo. È arrivato un giovane (Negro), uno di età media e conosciuto dall’allenatore (Buonaiuto) e uno esperto (De Giorgio). Non si sta parlando di operazioni programmate, ma di funzionalità. A giugno avremo la possibilità di decidere il nostro futuro: meno legami sportivi ci sono e meglio è. Abbiamo dismesso complessivamente 12 tesserati, di cui uno – Brosco -, solo sulla carta perché rimane a giocare con noi e non ha impatto sportivo immediata. Alla vigilia di questa campagna, ambiziosamente, avevamo pensato di cercare di mantenere tutti i giocatori rilevanti. Se prendete la formazione col Verona, ne sono rimasti dieci. Se guardate le presenze attive e che hanno lasciato una traccia negli ultimi sei mesi, ne sono rimasti tutti tranne uno. Durante questo mercato c’è stata la richiesta da parte di quasi  tutti i giocatori del Latina di andar via. Noi ci eravamo posti l’idea, ambiziosa, di mantenere la barra dritta e tenere tutti, dando via solo quelli non strettamente funzionali e che potessero dare un beneficio economico. Ci siamo riusciti fino alle 22.20 del 31 gennaio, perché Acosty – croce e delizia -, è stata un’operazione molto importante, Amadio non ha lasciato grandi tracce, Boakye è un’operazione drammatica perché in B non si possono spendere due milioni per un cartellino e darne uno a stagione a un giocatore, non se lo può permettere neppure l’Atalanta. L’operazione Boakye, nel suo insieme, fa più fatturato del fatturato complessivo del Latina. Noi ce lo troviamo a carico, darlo via non è stato facile. Criscuolo non mi pare abbia lasciato grandi segni, D’Urso – seppure sia un giocatore interessante – col modulo che noi adottiamo -, non mi sembra funzionale. Gilberto è un  giocatore che cresce, ma un brasiliano che vuole scappare a casa sua e di fronte a una situazione simile non c’è Cristo che tenga. Moretti non è stato fortunato, Paponi ha giocato molto e di gol ne ha fatti pochi e quello sarebbe il suo mestiere. Scaglia merita un discorso a parte. Sostanzialmente avevamo dato la possibilità all’azienda di dare un equilibrio finanziario importante. Boakye 18 mesi fuori fa risparmiare un milione e 100. Il problema è che non potevamo fare operazioni importanti in entrata prima di farne in uscita, quindi non avendo dismissioni funzionali dei titolari eravamo in equilibrio. Alle 22.20 si è materializzata un’azione in cantiere, nella testa del giocatore, da una settimana. Scaglia aveva chiesto con grande insistenza di andare via e aveva ricevuto la stessa risposta dei suoi compagni. Nel corso delle settimane la sua pressione è cresciuta, a pari merito con quella del Parma che lo voleva a tutti i costi. Noi abbiamo detto che non lo avremmo dato, ma come succede nella vita e nelle aziende serie, nulla è impossibile. Se la Juventus ha venduto Zidane e il Milan Ibrahimovic, anche il Latina può cedere Scaglia. Ma alle nostre condizioni. Così ho detto al Parma: “O ci date mezzo milione o non va via”. È una cifra straordinariamente fuori mercato, ma è una cosa che mi era successa anche ai tempi della Fiorentina. Scaglia minacciava di non venire più e di mandare certificati medici, ma il Parma ha capito che non avremmo mollato. Il Parma si è presentato, la cifra si aggira intorno ai 600.000 euro e dal mio punto di vista è quasi immorale. In quel momento non eravamo pronti alla sostituzione, ci siamo subito attivati per un ulteriore soluzione. Per qualche minuto non siamo riusciti a chiudere per un giocatore che ho visto ieri sera alla televisione contro la Roma, che è Rodriguez del Cesena. Purtroppo non c’erano i tempi, a quel punto abbiamo rimesso insieme i cocci e oggi dobbiamo parlare con l’allenatore per una situazione che ha scosso tutti noi. Il nostro lavoro è quello di ricompattare la squadra, nel giro di qualche giorno arriverà un giocatore nuovo e che come caratteristiche è una prima punta, reparto in cui c’è bisogno di un’alternativa".

La missione societaria è stata soddisfatta, ma quella del tecnico che chiedeva esterni e una punta centrale?

"Noi abbiamo bisogno di quattro esterni. Abbiamo Insigne, Buonaiuto, De Giorgio. Se fosse arrivato Zivec sarei stato più felice, eravamo stati fortunati nell’individuarlo. Questo giocatore non lo conosceva nessuno perchè viene dalla Slovenia. Con lui dentro stavamo più tranquilli, perché poteva giocare anche da falso 9. Abbiamo cercato di risolvere questo problema con l’inserimento di un giovane, Negro. Per la prima punta abbiamo lui, Corvia e Regolanti. Abbiamo chiuso la campagna trasferimenti con la lista di Regolanti al Parma lì davanti, c’era la fila per lui. Volevamo valorizzarlo, ma senza Rodriguez non c’è stata possibilità. Là davanti ci vuole un giocatore pronto nell’alternativa a Corvia, che non può esprimere né un ragazzo di 20 anni né Regolanti. In quest’ottica cercheremo un giocatore e lo faremo scegliere a Vivarini".

Quali problemi con Zivec?

"Ci ho messo un rigo, la società polacca ha sbagliato una procedura. Se Vivarini sceglie un esterno prendiamo quello, altrimenti sarà un’alternativa a Corvia. Abbiamo un dubbio sulla posizione di Varga, il giocatore che avremmo dovuto cedere al club romeno. Siccome Coppolaro farà parte della Nazionale e per l’ultima partita non sarà con noi, può darsi che valuteremo di tenere Varga in organico per non rimanere corti".

Come si gestisce adesso il gruppo?

"Questa cappa che tutti noi respiriamo, c’è. Dobbiamo avere la forza di considerare i nostri giocatori i migliori al mondo e loro devono prendere forza. Una buona gestione e il recupero degli equilibri è più importante di avere valori importanti. Sicuramente c’è stata una scossa, bisogna dire la verità. Scaglia voleva andar via e lo ha fatto alle nostre condizioni. I nostri tifosi meritano il massimo rispetto. Scaglia ha raccontato un sacco di bugie, tra l’altro, e io le so tutte. Ho delle telefonate registrate e l’ho avvisato. Davanti a queste posizioni non ce ne frega niente, perché a casa nostra comandiamo noi. Alla fine si è fatta un’operazione quasi da 600.000 euro, un’operazione più importante di quella di Acosty. Non ci voleva una partita così difficile tra tre giorni, ma questa non può condizionarci le prossime diciotto. Per me non è una partita come le altre, come diceva Zeman che le perdeva tutte. L’obiettivo è mantenere cinque squadre, per poi poter rivalutare la rosa. Sono stati 20 giorni faticosi, sempre a guardarsi indietro. Tutti i giorni ce n’era una, finché non abbiamo rimesso a posto queste situazioni non avremo grandi collaborazioni esterne da parte di tutti. Aver ceduto Scaglia alla nostre condizioni è un segnale di grande serietà, perché non abbiamo ceduto su quel punto di vista. C’è stato anche un momento di grande tensione, il confronto ha portato alla decisione più saggia e alla meno peggio".