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Cragno alla Gazzetta: "Promozione pazzesca col Benevento. Donnarumma? Non mi sento una riserva"

Cragno alla Gazzetta: "Promozione pazzesca col Benevento. Donnarumma? Non mi sento una riserva"TuttoB.com
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
sabato 10 giugno 2017, 12:45PRIMO PIANO
di Christian Pravatà
fonte Nicolò Schira - Gazzetta dello Sport

Legge i romanzi di Ken Follet e preferisce passare una serata a fare i puzzle piuttosto che giocare alla PlayStation. Alessio Cragno sorprende in campo e fuori. Il miglior portiere della Serie B, eletto dagli allenatori, va di corsa. Neppure il tempo di disfare le valigie e festeggiare la A conquistata col Benevento, la Polonia lo aspetta. All'Europeo il titolare sarà Donnarumma. Un duello super, roba da Uomo Cragno.

Come ha vissuto la promozione?

"È stato pazzesco e forse non ci rendiamo neppure conto di cosa abbiamo fatto. A inizio anno era inimmaginabile, ma a Benevento ho scoperto una società molto organizzata e un grande presidente come Vigorito. Abbiamo scritto la storia".

Niente vacanze, da domani si aggrega all'Under 21 che punta a vincere l'Europeo.

"Siamo un gruppo di grande talento, ma la nostra forza è l'unione che si è creata. Siamo amici fuori dal campo e stiamo bene insieme, è il nostro segreto".

Lei è stato titolare fisso nelle qualificazioni, ma ora c'è Donnarumma. Pronto a duellare?

"Una concorrenza del genere è solo da stimolo. Non mi sento né titolare né riserva, toccherà a Di Biagio scegliere e decidere".

A proposito di CT: Ventura la stima e l'ha già convocata diverse volte. Ci spera nell'azzurro?

"Un passo alla volta (sorride, ndr). La Nazionale è il massimo e già partecipare agli stage rappresenta un segnale importante. Ero in lizza anche per la convocazione prima dell'infortunio". 

A chi si ispira?

"Da bambino mi divertiva vedere Higuita, ma era un po' pazzo. Come carattere e modello il riferimento è Casillas".

Lei è estroso quanto basta. Dicono che abbia il piedino caldo sulle punizioni.

"Mi diverto a calciarle in allenamento. Tiro anche i rigori. Farlo anche in partita? Per il momento meglio di no...".

Sui social è poco attivo: come mai?

"Sono riservato e non mi piace mettere in piazza la mia vita privata. Li uso il minimo indispensabile e sfrutto di più la tecnologia per studiare allenamenti e altri portieri. Ai social preferisco i puzzle da mille pezzi per rilassarmi". 

La foto di lei insanguinato e bendato in testa è diventata virale.

"Quella mi è piaciuta. Mi rappresenta molto: preferisco sanguinare o beccarmi una pallonata in piena faccia piuttosto che prendere gol".

Come è arrivato tra i pali?

"Facevo nuoto, ma non mi piaceva. A 8 anni con gli amici mi sono iscritto alla scuola calcio. In porta? Il bambino che faceva il portiere aveva la febbre e da ultimo arrivato mi hanno messo lì. Non sono più uscito".

La seguono Napoli e Anderlecht, ma il cartellino è del Cagliari, che ha pure Rafael, e a Benevento vorrebbero trattenerla. Meglio una big o il posto fisso?

"Alle big è difficile dire no, ma nel mio ruolo serve continuità. Per crescere e migliorare ho bisogno di giocare".

Giusto. Sfatiamo un luogo comune calcistico.

"Quello dell'ignoranza. Mi piace leggere e lo fanno tanti altri miei colleghi, eppure si dice che i calciatori pensano solo alla playstation e alle auto. Ultimo libro letto? Amo i romanzi storici: la trilogia di Novecento di Ken Follet, il mio autore preferito".

A proposito di falsi miti: in Nazionale ha scelto il 17. Niente paura della sfortuna?

"Gliel'ho detto, mi piace andare controcorrente. E poi non sono scaramantico".