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Carpi, il dg Scala: "Soddisfatti del mercato, ma il campo sarà il giudice"

Carpi, il dg Scala: "Soddisfatti del mercato, ma il campo sarà il giudice"TuttoB.com
venerdì 1 settembre 2017, 21:00PRIMO PIANO
di Christian Pravatà
fonte www.carpifc.com

A chiusura della sessione estiva di calciomercato, il Dg biancorosso Matteo Scala ha fatto il punto della situazione con la stampa. Ecco le sue dichiarazioni:

“Non tocca a me valutare il lavoro fatto ma sarà il campo a farlo, il tribunale è sempre il rettangolo verde. Dal nostro punto di vista siamo molto soddisfatti perché abbiamo affrontato tutte le criticità che ci ha portato questo mercato in continua evoluzione. Abbiamo raggiunto i nostri obiettivi per quella che è la nostra realtà. Voglio ringraziare Matteo Lauriola e Daniele Ferri che si sono prodigati in questi mesi”.

“Nel mercato ci sono delle fasi. Non deve passare il concetto che chi arriva all’ultimo non sia un giocatore importante, ma semplicemente ci sono profili che fino all’ultimo giorno non erano sul mercato per svariati motivi. Tutti quelli arrivati sono calciatori adeguati alla nostra realtà: giovani, di grande fame e gamba. Sono tutti ragazzi che ci daranno una mano”.

“Manconi era un giocatore che ci piaceva ma non era sul mercato, poi quando alla fine abbiamo capito che era in uscita dalla sua società ci siamo tuffati. Belloni ha caratteristiche di squilibrio come nessuno nella nostra rosa, mentre Yamga è un ragazzo dalla grande esplosività che il mister vedrà come impiegare”.

“In questi mesi sono stati fatti tanti nomi ma per chiudere gli affari bisogna essere d’accordo in tre, le due società e il calciatore. Con Melchiorri è una storia d’amore mai sbocciata, avevamo l’accordo con i suoi agenti ma il ragazzo non se l’è sentita preferendo continuare il percorso di recupero dall’infortunio a Cagliari perché non è ancora pronto fisicamente”.

“Il frutto delle plusvalenze realizzate col mercato in uscita va condiviso con lo staff tecnico perché se abbiamo venduto i nostri giocatori alle cifre importanti che abbiamo realizzato significa che i nostri tecnici Costi, Nuti, Perrone, Bortolas e agli allenatori che si sono succeduti hanno fatto un grande lavoro su questi ragazzi giorno dopo giorno, allenamento dopo allenamento. Lo stesso vale per i giovani come Mezzoni, Saric e Sarzi che sono usciti da un settore giovanile che senza grandi mezzi economici è riuscito con lavoro e competenza a creare grande valore”.

“Sappiamo che c’è tanto da lavorare e mettere in campo il nostro spirito per arrivare il prima possibile a 50 punti. Abbiamo cambiato tanto e di conseguenza perso molte certezze, questo non significa che chi è arrivato sia peggio di chi è andato via, magari i nuovi sono anche meglio. Ma sappiamo che uno scotto al grande cambiamento fatto lo dovremo pagare. Se poi questi ragazzi dovessero stupire e fare qualcosa di più non ci tireremo indietro. Ma con la proprietà è stato deciso di fare un lavoro a lungo raggio, di garantire al Carpi un futuro anche per i prossimi anni in questa categoria prestigiosa”.

“La rosa così numerosa? La competizione è alla base di un gruppo sano, non ci sono titolari e tutti si devono guadagnare la maglia anche per la partitella del giovedì. Non siamo dei fenomeni e qualche giocatore lo avremo azzeccato qualche altro no, ma abbiamo una rosa che ci garantirà delle alternative e poi a gennaio vedremo come intervenire. Il mister però ha le soluzioni per trovare quell’identità che è ancora in costruzione”.

“La scelta dei portieri? Ieri sera ci hanno offerto un portiere forte di Serie A tutto pagato ma non l’abbiamo preso perché Colombi ha dimostrato di meritarsi la nostra fiducia. E’ un ragazzo a posto, che ha sposato la nostra causa, si allena alla grande e ha grande voglia e abbiamo pensato che fosse giusto puntare su di lui con alle spalle due bravi portieri che devono dimostrare di valere questa categoria piuttosto che riaprire un ballottaggio con un altro big”.

“Di Noia? E’ la classica situazione in cui due parti erano d’accordo ma la terza no. Era una possibilità, ma quest’anno ci siamo dati diversi obiettivi per ogni ruolo senza impuntarci su un solo nome”.

“I veterani rimasti? Sono ragazzi su cui puntiamo, avremmo voluto tenere tutti ma chi è partito è perché ha manifestato la volontà di andare via e quindi è diventato da incedibile a molto costoso. Quelli rimasti sanno che puntiamo su di loro, ma si dovranno giocare le proprie carte con gli altri perché nessuno ha il posto assicurato a prescindere”.