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La Nazione: "Ventura: 'Pisa, con una società così futuro radioso. Lucca? Non faccia come Cerci'"TuttoB.com
Ventura
© foto di Carlo Giacomazza/TuttoSalernitana.com
venerdì 29 aprile 2022, 11:32Pisa
di Marco Lombardi

La Nazione: "Ventura: 'Pisa, con una società così futuro radioso. Lucca? Non faccia come Cerci'"

"Lucca resti a Pisa, non faccia come Cerci", titola La Nazione. Intervista a Gianpiero Ventura. L’ex allenatore nerazzurro e il finale di stagione: "La serie A? E’ possibile già adesso. Con una società così forte il futuro sarà radioso".

"'Paragonare il ’mio’ Pisa con quello di oggi? Mi pare un confronto ardito. Noi eravamo una neopromossa e con le spalle nemmeno troppo coperte: quello di oggi, invece, mi sembra sia figlio di una grande programmazione, societaria e tecnica'. La vede così Giampiero Ventura, 74 anni, ex ct della nazionale e principale artefice del "Pisa dei Miracoli" 200708, che dà neopromossa approdò ai play-off dando spettacolo. 'A me rimane il rammarico di non essermeli potuti nemmeno giocare quei play-off perché ci arrivammo senza mezza squadra. Ma auguro al Pisa di arrivare ancora più su. Perchè è una piazza meravigliosa che rimane dentro per quello che dà sul piano umano, prima che sportivo. E perchè i risultati che sta ottenendo sono il frutto di un modo di fare calcio serio e lungimirante che meriterebbe di essere premiato. Anche se io sono convinto che, finchè ci sarà questa gestione, il Pisa sarà destinato a giocare per obiettivi importanti in ogni stagione. Comunque vada a finire questa, che comunque è ancora aperta ad ogni scenario, inclusa la promozione diretta'".

Su Lucca: "E’ forte davvero ed è nel posto giusto per crescere e diventare un giocatore importante, non solo per il Pisa, ma per il calcio nazionale. Anzi, se posso io un consiglio lo darei proprio a Lucca. Fossi in lui resterei ancora al Pisa: è in club che crede in lui e che sa come far crescere i talenti. Feci lo stesso, tanti anni fa con Cerci: lui non mi ascoltò e andò all’Atalanta, giocando pochissimo. La sua fu una scelta comprensibile perché allora a Pisa c’erano seri problemi societari. Adesso, però, è tutta un’altra musica".