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GdS: "Lecce, Corvino: 'Mi ritengo un 'produttore d'olio'. Godo quando scovo giocatori a poco prezzo, li rivendo a tanto e poi sfondano'"TuttoB.com
Corvino
© foto di Giacomo Morini
sabato 11 giugno 2022, 10:34Lecce
di Marco Lombardi

GdS: "Lecce, Corvino: 'Mi ritengo un 'produttore d'olio'. Godo quando scovo giocatori a poco prezzo, li rivendo a tanto e poi sfondano'"

Nel corso di una lunga intervista concessa alla rosea, Pantaleo Corvino, responsabile dell'area tecnica del Lecce, ha toccato diversi argomenti. Di seguito le sue dichiarazioni.

WYSCOUT. “Lo uso, mi aiuta a scandagliare ogni gara. E’ un supporto. Ce ne siamo serviti durante la pandemia quando non potevamo viaggiare. Mi chiamo il ferroviere per i continui viaggi, ma il lockdown mi ha bloccato. In quel periodo molte scelte le ho fatte al computer, però su giocatori conosciuti. Il ragazzo ignoto devi osservarlo sul campo”.

I PARAMETRI. “Ci si innamora di un giocatore come si si innamora di una donna. c’è chi ama le bionde, chi le more. Soggettività. Ciascuno di noi è convinto che la strada scelta è giusto e che porti a Roma ma non è sempre così. Sui giocatori affermati le sensibilità variano a seconda delle esigenze. In un ragazzo sconosciuto ricerco la destrezza tecnica, l’abilità nel trattare il pallone, poli la fisicità e la velocità”.

MAGGIORE SODDISFAZIONE. “Sono tanti i giocatori che mi hanno dato soddisfazione. Miccoli, Vucinic, Pellè, Chevanton, Lucarelli e poi Bojinov, Toni, Jovetic, Pulgar, Diawara e Vlahovic. E mi scuso per quelli che dimentico. Io però mi ritengo più un contadino, un produttore d’olio. Il godimento ce l’hai quando scovi giocatori a poco prezzo e li rivendi a tanto e poi vedi che sfondano”.

TETTO SPESE. “Dovremmo mettere un limite alle cifre per gli acquisti agli ingaggi. Io penso che il libero mercato non si possa limitare sennò non sarebbe più libero. Chi ha i soldi può spenderli come crede, chi ne ha pochi o non ha deve essere bravo a fare mercato lo stesso. E’ giusto che ci siano delle regole e che si rispetti l’etica, ma non dobbiamo fare i moralisti, sono liberista”.

VECCHIE AMICIZIE. “Quando ho cominciato, al Casarano Galliani e Braida stavano costruendo il Milan che avrebbe vinto tutto. Quando bussavo alla loro porta mi facevano sempre entrare. Po ci siamo conosciuti meglio e la fiducia era tale per cui mi affidavano i bolli in bianco per i trasferimenti. Persone squisite. Oggi sono felice di condividere la A con loro".