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Roma, Bavagnoli: "Friedkin ha una visione diversa del femminile. Tutti abbiano più coraggio"TuttoB.com
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
giovedì 30 marzo 2023, 18:19Calcio femminile
di Tommaso Maschio
per Tuttomercatoweb.com

Roma, Bavagnoli: "Friedkin ha una visione diversa del femminile. Tutti abbiano più coraggio"

“All’inizio del nostro percorso, avevamo parlato di cifre. Credo che l’investimento iniziale dei primi tre anni fosse di un milione e mezzo circa. È evidente che oggi non possa dare una cifra precisa, ma che questa cifra sia aumentata. Sono sinceramente grata alla nostra proprietà, perché ho vissuto la storia del calcio femminile. È inutile tornare su questi argomenti, che sono sempre attuali, ne parlano anche le giocatrici del Barcellona. Non è scontato, non era scontato che un club decidesse di investire, perché il problema sono anche i ritorni e in questo momento il femminile non ne ha tantissimi, anzi, non ci sono ritorni”. La dirigente della Roma Femminile Betty Bavagnoli parla anche del rapporto con la famiglia Friedkin e il ds della squadra maschile Tiago Pinto nel corso della conferenza stampa dopo la sconfitta contro il Barcellona in Champions League come riporta Vocegiallorossa.it: “Gli americani hanno una visione del calcio femminile diversa, hanno deciso di accettare questa sfida con due obiettivi. Ho avuto da subito un bellissimo rapporto con il GM, con Tiago Pinto, e devo dire, con tutte le persone che in questo momento mi incontrano a Trigoria, Lombardo, Berardi, non avevo mai vissuto un rapporto così importante. Quando all’inizio parlai con Tiago Pinto, che mi chiese di occupare un ruolo diverso, dissi non che non mi sarei accontentata, ma che sono una ex calciatrice. Entrare in questo stadio (il Camp Nou, ndr), per me, per queste ragazze, quello che stiamo raggiungendo con tanti sacrifici, tante lotte, era quello che sognavo da bambina e continuavo a volerlo sognare da allenatrice e da dirigente. Per cui dissi a Tiago che ci sono due percorsi, il primo è seguire quello che la Roma ha fatto fin dall’inizio, quando nel 2015 entrò la riforma del calcio femminile, il coinvolgimento delle società maschili professionistiche. C’era la possibilità di scegliere: o acquisire il titolo di una società esistente, o iniziare dalla base ingaggiando 20 giocatrici Under 21 e la Roma ha fatto la seconda. Io credo che questa sia comunque sempre la soluzione migliore e che fosse il passo corretto da fare. Dissi a Tiago che il percorso dobbiamo seguire è quello che abbiamo iniziato, con un investimento inteso come il settore giovanile. Non è un caso che la Roma sia una squadra che ha un grande settore giovanile, un’ottima scuola calcio, ha dei numeri importanti. Nell’altro percorso dobbiamo crescere, scalare posizioni, arrivare con la Prima Squadra, perché la Prima Squadra è una vetrina per le giovani, così come la nazionale è una vetrina per tutte le calciatrici. Dobbiamo portare avanti i due percorsi in maniera parallela. Ovviamente mi avevano fatto presente un budget per cui bisogna stare attenti, così come nel calcio maschile. Abbiamo fatto questo, siamo stati attenti al budget, abbiamo cercato di lavorare molto bene e dico molto bene perché non c’è la perfezione. Siamo riusciti a fare un buon lavoro col settore giovanile, un ottimo lavoro e non è un caso essere stati Campioni d’Italia per 3 anni con la Primavera. Ma per me i risultati nel settore giovanile sono relativi, per me conterà quando le nostre ragazze esordiranno in Prima Squadra, come Giada (Greggi) o Zara Kramzar, che non è nata nel nostro settore giovanile ma che rappresenta l’obiettivo del nostro settore giovanile. Siamo sulla strada giusta, ma anche perché ci sono dei risultati".

Hai ricevuto messaggi dal presidente e da Tiago Pinto?
“Sempre. Mi mandano sempre un messaggio, anche dopo le partite e anche quando abbiamo vissuto dei momenti negativi, posso sembrarvi smielata ma è così. I messaggi di supporto, quando una squadra perde e non vive il momento migliore penso che siano più importanti dei complimenti. Ryan ce li ha mandati, Tiago Pinto anche, con il presidente ci sono stati diversi momenti e contatti diretti”.

La Roma deve continuare a crescere, il movimento italiano deve continuare a crescere, i premi non sono tali che l’Italia diventi una cassa per raggiungere movimenti più avanzati. Raggiunto l’obiettivo dello scudetto, come continuerà questa crescita? Come immagina questa Roma Femminile nel prossimo futuro, qual è il punto di arrivo?
“Hai fatto una domanda che racchiude tanto della problematica e del significato che noi che lavoriamo nel calcio femminile stiamo cercando di estrapolare e condividere. Io non penso che il destino della Roma Femminile possa dipendere solo da noi stessi e potrei dire lo stesso delle altre società. Sto dicendo una cosa che credo sia fondamentale, anche come Italia abbiamo bisogno di evolverci come investimenti, e per evolverci siamo sempre lì, è un cane che si morde la coda. La gente risponde che il calcio femminile non genera ricavi. Io credo che ci dovrà essere qualcuno che deciderà di iniziare a investire e aumentarli, in FIGC lo sanno. La domanda è: prima l’uovo o la gallina? Il calcio femminile ha dimostrato di poter generare interesse. Ma non può sostenersi da solo, solo con le società. Dobbiamo avere il coraggio di aumentare i nostri investimenti in campo nazionale, la Federazione sta lavorando su questo. Quello che è stato fatto non è sufficiente, benché da apprezzare”.

Chi deve metterlo il coraggio?
“Tutti. Le compagnie, le aziende, noi, le società che devono andare avanti a investire, la Federazione, la Divisione, gli Sponsor, le aziende. Copiare gli altri paesi? Io sono attenta alle esigenze. Qualcuno ti può dire che la situazione italiana non è la stessa che altrove. Forse è vero. La riforma del 2015 però non è una cosa nata all’improvviso, sono i paesi europei più evoluti, che hanno iniziato a investire prima, ad aver fatto una cosa del genere. Noi abbiamo copiato. Non è mica una vergogna ispirarsi. Credo che tutti dobbiamo sentirci responsabili del cammino che deve fare il calcio femminile, in un futuro sono convinta che il calcio femminile possa diventare una risorsa. Ovviamente sempre in maniera parametrata, non possiamo generare gli introiti del maschile. Ma non ci sarà niente senza il coraggio”.

Le piace la formula del campionato?
“Con simpatia possiamo dire che siamo stati un po’ sfortunati (ride, ndr). A parte gli scherzi, il calcio femminile ha sempre lottato per abbassare il numero delle squadre per alzare la qualità. In questo momento mi viene da chiedere se fossimo stati in venti cosa sarebbe successo. È come se si stesse cercando di trovare la formula giusto. È fuori discussione che la seconda parte del campionato sia molto combattuta, molto intensa, sicuramente anche spettacolare. Hanno cercato una formula che desse la possibilità di allungare una competizione mantenendo alta la qualità. All’inizio ero curiosa, oggi, a parte la battuta iniziale va bene. Vediamo cosa diremo alla fine”.