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Tardelli scrive a Spadafora: "Il tempo passa e le insicurezze aumentano. Prenda una decisione, qualunque essa sia"

Tardelli scrive a Spadafora: "Il tempo passa e le insicurezze aumentano. Prenda una decisione, qualunque essa sia"TuttoB.com
Tardelli
© foto di Federico De Luca
venerdì 1 maggio 2020, 17:30Flash news
di Marco Lombardi

Dalle colonne de La Stampa, Marco Tardelli ha inviato una lettera al Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, sollecitandolo ad assumere una decisione netta in merito alla ripartenza o meno del calcio.  

“Caro Ministro dello Sport Spadafora, Le scrivo per sapere che cosa dobbiamo aspettarci da lei. Il tempo passa, le polemiche e le insicurezze aumentano. E così non va bene, lei capirà… L’Uefa va per conto proprio, la Fifa propone soluzioni che nessuno prende in considerazione, alcune Leghe europee stoppano i campionati mentre altre hanno già iniziato gli allenamenti, rispettando le date stabilite. Un caos generalizzato. Noi non abbiamo neppure un protocollo condiviso e forse mai lo avremo, perché anche il più perfetto non ci darebbe la certezza di avere fatto la scelta giusta. Il Presidente della Federazione Gabriele Gravina ha dichiarato che non firmerebbe lo stop, ma giorni fa ha detto che si sentirebbe sollevato di seguire le sue decisioni. La Lega di A si compatta solo nei momenti che servono per proteggersi nei confronti delle televisioni, nonostante il numero uno Paolo Dal Pino sostenga che i contratti tutelino già i presidenti. Ma questa compattezza si sgretola istantaneamente di fronte alla decisione di concludere la stagione oppure no. E poi l’Aic che fa tante belle chiacchiere ma pochi fatti: mi devono spiegare perché se i contratti con le televisioni tutelano i presidenti, quelli con i presidenti non tutelano i calciatori”.

DECISIONE – “Ecco, caro ministro dello Sport, noi sportivi abbiamo bisogno (urgente!) di capire come lei ci possa aiutare. Se può davvero, se è in grado, per competenze e facoltà, insomma. Ma si ricordi di una cosa importante: che il calcio non è soltanto fatto di luci della ribalta, di macchine sportive e di sfoggio di tatuaggi. Il grosso è composto da famiglie semplici e da ragazzi che vivono con stipendi di normali operai. Di magre buste paga, signor ministro. Credo che tutti noi vogliamo il meglio per lo Sport e per il calcio che rimane pur sempre una delle prime industrie italiane. Per questo le chiedo di prendere una decisione, qualunque essa sia, perché i generali vengono nominati per questo. Sarà il tempo, poi, a farci capire se avrà preso quella giusta”.