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Stellone e Cosmi meritano ancora fiducia, ma serve un segnale forte. La Strega prova a sbarrare la strada al Perugia. Spal, un derby per capire chi sei

Stellone e Cosmi meritano ancora fiducia, ma serve un segnale forte. La Strega prova a sbarrare la strada al Perugia. Spal, un derby per capire chi seiTuttoB.com
sabato 22 ottobre 2016, 08:30EDITORIALE
di Marco Lombardi

Sfida thrilling al "San Nicola": Bari-Trapani è confronto fra squadre in crisi conclamata. Partiti con ben altre credenziali, i galletti stentano a decollare. Diverse le concause: dalle prolungate assenze di uomini cardine della squadra alle difficoltà di assimilazione dei dettami del nuovo tecnico, passando per le "ancestrali" lacune dell'organico alle quali non si è adeguatamente posto rimedio in sede di mercato. La squadra difetta di elementi congeniali al 4-4-2 scolastico di Stellone: eccezion fatta per Furlan, mancano esterni di centrocampo in grado di saltare l'uomo e creare la superiorità; pur costruendo molto, il Bari è inesorabilmente Maniero-dipendente, tant'è che quando il bomber partenopeo è indisponibile il gol diventa una chimera. E il tecnico medesimo, ormai ufficialmente sulla "graticola", dovrebbe sperimentare soluzioni alternative, impostando la squadra con un diverso assetto tattico, senza fossilizzarsi, ai limiti del "tafazzismo", su un modulo che non riesce a produrre i risultati sperati. Nonostante questo, ritengo che Stellone meriti ancora fiducia: indispensabile, però, un'inversione di rotta ed una vittoria che diradi le nubi addensatesi minacciose sulla sua panchina. Problemi per certi versi analoghi a Trapani. La squadra di Cosmi, desolatamente fanalino di coda, è ancora a digiuno di vittorie. Nel posticipo di lunedì scorso, solo una topica colossale di Di Gennaro ha consentito ai granata di beneficiare in piena zona Cesarini di un rigore sacrosanto ed evitare di collassare a domicilio contro la Ternana. Asfitticità e sterilità del comparto avanzato e pacchiane sbavature difensive: un cocktail mortifero per chi nutre malcelate ambizioni di alta classifica. Le difficoltà sono oggettive ma, come per il Bari, una vittoria potrebbe risultare galvanizzante ed imprimere la svolta al campionato. Cosmi ha ancora saldamente in mano la squadra: pienamente condivisibile l'"endorsement" da parte del ds Sensibile.  

 

Fra il Perugia e la seconda piazza c'è di mezzo una Strega. Reduce da quattro vittorie consecutive, il Grifo ha fatto prepotentemente irruzione in zona play-off, rilanciando la propria candidatura ad un campionato di alto profilo. Affinati gli automatismi, la squadra umbra, sapientemente forgiata da Bucchi, ha sciorinato un gioco propositivo, manovrato, votato all'offesa: un calcio armonico, euclideo ed esteticamente godibile. La trasferta al "Vigorito" si annuncia test severo e probante. Il Benevento, reduce da due sconfitte consecutive, pare accusare una leggera flessione fisiologica, dopo aver collezionato una serie di risultati importanti, corredati da prestazioni convincenti, finanche autoritarie con le big del campionato. La Strega vuole riprendere la marcia di avvicinamento ai primi posti della graduatoria, riproponendo il proprio calcio organizzato, arrembante e garibaldino. Perchè no, depurato da quei fronzoli e quella propensione al narcisismo che talvolta inducono la squadra a specchiarsi nelle proprie qualità.

 

Chiudo con il derby emiliano. In tempi non sospetti ho additato la Spal quale compagine in grado di dire la sua anche in chiave play-off... Ciò premesso, convengo con le dichiarazioni rese in settimana dal presidente Mattioli, secondo il quale il mini tour de force, che vedrà gli estensi affrontare nell'ordine Carpi e Frosinone, sarà foriero di indicazioni circa l'effettiva "caratura" della compagine di Semplici. La Spal giunge al derby sull'onda dell'entusiasmante pareggio strappato all'ultimo respiro in quel di Cesena, dopo aver annichilito per tutto il primo tempo i bianconeri di Drago, relegati al ruolo di meri "spettatori". Spigoloso e granitico, viceversa, il Carpi riflette fedelmente il carattere del proprio tecnico, convinto assertore di una "calvinista" cultura del lavoro, che privilegia profilo basso, abnegazione, caparbietà e aborre fanfaronate e primedonne. Castori ha tutte le carte in regola per riportare la squadra ai fasti di due stagioni or sono. La sfrontatezza e l'esuberanza della Spal si cimentano con il cinico gioco di rimessa di un Carpi monolitico. La parola passa al campo...