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ESCLUSIVA TB - Sudtirol, Poluzzi: "Vogliamo consolidarci in Serie B. Con Bisoli ambiente compatto e nuova mentalità. Io, il buddismo e la Spal..."

28 ottobre 2022 08:30 di Marco Lombardi   
Giacomo Poluzzi
Giacomo Poluzzi

Ai microfoni di TuttoB.com è intervenuto Giacomo 'Jack' Poluzzi, estremo difensore del Sudtirol rivelazione del campionato cadetto.

E' un momento magico per voi: 17 punti nelle ultime 7 partite (media promozione) e sesto posto in classifica in piena zona playoff: dove volete arrivare?

"Sì, viviamo un momento molto positivo, ma sappiamo bene quello che è il nostro obiettivo, ovvero la salvezza. Vogliamo consolidarci in categoria, consci di avere la mentalità e l'equilibrio adatti per centrare il traguardo".

Con l'arrivo di Bisoli in panchina cos'è scattato?

"Il mister ci ha trasmesso la sua mentalità e ha creato grande unità in tutto l'ambiente. E' un profondo conoscitore della categoria e ha saputo toccare i tasti giusti, facendoci ritrovare quella solidità e quella compattezza di squadra che sono stati alla base dei nostri successi".

Appunto, dopo un avvio di stagione in salita, l'impermeabilità della difesa è tornata ad essere la regola di vita del Sudtirol, quella che nella passata stagione ti è valsa la palma di portiere meno battuto d'Europa.

"Compattezza e solidità sono state la forza che ci ha consentito di vincere il campionato di Serie C. Si tratta di caratteristiche tipiche di questa squadra e di questo ambiente che all'inizio della stagione avevamo un po' smarrite, salvo poi ritrovarle in corsa con l'avvento di mister Bisoli".

Il neo Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha dichiarato di sentirsi un 'underdog': vi sentite un po' così anche voi?

"Credo che un uomo, e soprattutto uno sportivo, in qualsiasi campo della vita abbia degli obiettivi e che al di là di ciò che possono dire gli altri all'esterno la vera forza sia quella di convertire i dubbi e le perplessità in uno stimolo a fare meglio. Noi, ripeto, abbiamo un obiettivo ben chiaro e sin dal primo giorno lavoriamo in simbiosi con tutto l'ambiente per conseguirlo. Poi, una volta raggiunto, potremo dire di aver smentito gli scettici".

Com'è avvenuto il tuo incontro con la fede buddista?

 "Grazie a un mio compagno di squadra ai tempi dell'Alessandria. All'epoca attraversavo un periodo buio della mia vita, per via della scomparsa di mio padre e anche perchè con i grigi non giocavo titolare; rimasi subito folgorato da questa religione che seppe entusiasmarmi a tal punto, poi, da abbracciarla a tutti gli effetti". 

 Domani sfiderai il tuo passato: che partita ti aspetti a Ferrara?

 "Alla Spal ho vissuto due anni e mezzo ricchi di emozioni, contraddistinti dalla vittoria della Serie B e, successivamente, da due bellissime salvezze in A con un gruppo composto da grandi giocatori. La piazza di Ferrara è splendida perchè il pubblico ti trascina, specialmente quando giochi al 'Mazza'; proprio per questo mi attendo una bella atmosfera a far da contorno ad una partita tra due squadre in salute. Noi andremo là per giocarci la nostra partita, con le nostre qualità e la nostra mentalità, come abbiamo sempre fatto nell'ultimo periodo. E alla fine vedremo se saremo stati capaci di portare via punti pesanti da Ferrara".   

Con la Spal, peraltro, hai esordito sia in B che in A: che ricordi hai?

"Sì, ho debuttato in Serie B contro il Bari all'ultima giornata al 'Mazza', a campionato già vinto; ricordo che fu un'emozione straordinaria per un ragazzo che aveva quell'obiettivo e che oggi è arrivato a giocare in cadetteria da protagonista. Anche l'esordio in serie A è stato indimenticabile, giocavamo al 'Bentegodi' di Verona contro il Chievo. Sono contento di aver vissuto quei momenti in un contesto come quello di Ferrara nel quale sono cresciuto a livello calcistico, porterò per sempre nel mio cuore quei ricordi".

Nel calcio chi è stato il tuo mentore? 

"Dovrei fare diversi nomi, ma correrei il rischio di dimenticarne qualcuno... Ho avuto tante figure importanti ai fini del mio percorso di crescita e tutte mi hanno dato qualcosa. Sicuramente è stato decisivo Simone Preti, l'allenatore dei portieri che ho avuto a Crevalcore; avevo 17 anni ed ero alla mia prima stagione tra i 'grandi', lui seppe inculcarmi quella mentalità e quella cultura del lavoro che ancora oggi mi porto dietro. Un altro ruolo importante l'ha rivestito Cristiano Scalabrelli, ex portiere di grande bravura ed esperienza, che è stato il mio preparatore sia alla Giacomense che alla Spal".    


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