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Francesco Oddo: "Campionato di B molto difficile"

Francesco Oddo: "Campionato di B molto difficile"TuttoB.com
sabato 5 settembre 2015, 09:00PRIMO PIANO
di Luca Esposito

Il miracolo la sua Salernitana lo stava facendo, ma un altro miracolo il suo Avellino a sua volta lo compì. Quando c’era bisogno di lui le società di calcio lo chiamavano e lui giustamente rispondeva sul campo. Francesco Oddo, sportivo per vocazione, è rimasto nella storia come l’ultimo tecnico granata in Serie A, quando il patron era Aniello Aliberti: il suo subentro in granata fu particolare, da come raccontano le cronache: in pratica doveva subentrare prima di quanto effettivamente ciò avvenne, ma non gli fu possibile perché molti tifosi granata non condivisero l'esonero di Rossi. Intervistato da TuttoSalernitana.com, Oddo considera dall’esterno molto interessante questo campionato di B, che lui seguirà il più possibile date le presenze di numerose piazze che conosce bene, una delle quali è Pescara.

“E’ un campionato che comprende città molto popolose e piazze sportive importanti, con un background di prestigio. Il campionato di Serie B lo considero il più difficile che c’è in Italia: ci sono squadre molto attrezzate e non è sempre detto che queste squadre riescono a raggiungere l’obiettivo. È un campionato che spesso non rispecchia le attese della vigilia, perché conta molto l’organizzazione di gioco e quindi conta molto l’allenatore”.

Chi vede più attrezzato?

“Probabilmente Cagliari, Bari e Cesena”.

Il ruolo che può avere la Salernitana?

“Io la metterei subito dopo le tre squadre che ho nominato prima. Magari ne avrò dimenticata qualcuna, ma la Salernitana ha fatto una bella squadra”.

Un giocatore che potrebbe fare la differenza per la Salernitana?

“Sono personalmente dell’idea che in questi campionati la differenza possa farla l’allenatore, è difficile che un calciatore possa fare la differenza. Magari uno è un po’ più forte, però non è che in Serie B ci siano tutti quei giocatori che possano risolvere la partita da soli. La differenza la fa il tecnico che fa giocar meglio la squadra”.

Alla prima giornata c’è subito Salernitana-Avellino, è un derby.

“Lo seguirò con molto interesse. Sono due piazze che mi hanno dato molto, ho allenato per più di un anno in tutte e due e sono città in cui sono stato molto bene sotto il profilo umano e calcistico. Sarà una partita molto combattuta, molto sentita, perché l’Avellino ha fatto una squadra secondo me al livello della Salernitana. Spero sia una partita bella anche per i tifosi”.

A Salerno in Serie A il miracolo lo stavate facendo, non è retorica se diciamo che lei doveva subentrare prima: è un dato di fatto…

“Eh sì. A distanza di anni è inutile stare a pensare che le cose potessero andare in maniera diversa. È stata una cavalcata esaltante, facemmo 8 partite e 15 punti, un bottino importante in Serie A. Retrocedemmo per un punto, l’amarezza fu per quello ma soprattutto per il treno che tornava da Piacenza, in cui ci furono quattro morti. Questa cosa rimase scolpita nel cuore di tutti i salernitani e non solo”.

Lei ha parlato della media punti, ma come c’è riuscito a trasformare quella squadra in poco tempo?

“Direi che la Salernitana aveva qualità. Aveva giocatori importanti come Di Michele, Di Vaio, Gattuso, Bernardini, la squadra c’era. Giocava forse un calcio troppo spregiudicato, molto bene davanti e molto male in difesa. Dall’analisi della squadra cercai soltanto di modificare qualcosa dal punto di vista tattico modificando molto la fase difensiva, e lasciando inalterata quella offensiva. Divenne una squadra molto compatta, mi pare che non prese gol per alcune gare, fu una cosa incredibile, e ne facemmo abbastanza. Solo il finale non fu così esaltante”.

A Piacenza dovevate vincere…

“Purtroppo c’era stato il fato che remava contro. Avessimo fatto una partita che durava un giorno e una notte, non saremmo riusciti a vincerla…”

Il miracolo lo stava facendo a Salerno, però un miracolo l’ha fatto ad Avellino, dato che avete “buttato fuori” il Napoli dalla corsa alla Serie B.

“Fu il secondo anno di mia gestione dell’Avellino: nel 2005 subentrai a poche giornate dalla fine nei play-off, e fu un miracolo perché il Napoli aveva uno squadrone. Ho ricordi bellissimi di Avellino e Salerno, anche se ci sono stati anche ricordi brutti, perché in queste due piazze mi è capitato anche di essere esonerato. A Salerno venni poi richiamato per salvare la squadra e la salvai. Ci sta nel calcio. Però devo dire che sia ad Avellino sia a Salerno il pubblico mi ha sempre apprezzato, non sono mai contestato”.

Però ricordo che a Salerno i tifosi furono totalmente dalla parte dell’allenatore che l’aveva preceduta…

“Sì, questo all’inizio. Nel momento in cui ero arrivato, nessuno di loro conosceva il mio modo di lavorare, quindi difesero l’allenatore che c’era prima, che era Delio Rossi, e la cosa saltò. Poi quando i tifosi hanno cominciato a conoscere il mio modo di lavorare, allora mi hanno apprezzato. Non ho recriminazioni”.

Parteciperanno al derby di domenica migliaia di tifosi, 2000 in arrivo da Avellino, molti di più i salernitani. Grossa cornice di pubblico…

“Sì, ma io mi aspetto tantissimo pubblico. Ricordo che quando c’ero io il pubblico rasentava i quarantamila spettatori, non so attualmente quale possa essere la capienza autorizzata, ma sarà pieno per i posti che può contenere. E poi c’è voglia di calcio alla prima di campionato. La spinta dell’Arechi è eccezionale, mi ricorderò sempre quando i nostri giocatori entravano per il riscaldamento e c’era il boato del pubblico di Salerno. Se il pubblico accorrerà in massa sarà una forza in più per la Salernitana”.

Vede l’Avellino più forte dell’anno scorso?

“Forse qualcosa in più ha guadagnato. Ha preso un attaccante esperto come Tavano, che è magari un po’ datato di età però in B dovrebbe fare la differenza. Si è rinforzato anche in altri reparti, però è più solido come squadra”.

Che segno metterebbe in schedina in questo derby?

“Se potessi giocare una doppia, direi 1X”.

Questa Serie B è un campionato che seguirà sotto più aspetti: c’è Salerno, Avellino, c’è Trapani (sua città natale), c’è Pescara (dove allena suo figlio Massimo), c’è Modena, quindi molto interesse lo nutrirà di sicuro…

“E’ vero. È un campionato molto interessante, a Pescara c’è mio figlio quindi sarò interessato anche per quello”.

Ci sono le liste chiuse degli over in B, quindi dovranno essere gli under a fare la differenza.

“Certamente. Le rose sono numericamente inferiori, soltanto con i giovani si può ovviare, quindi se sono forti potrebbero dimostrarlo. Nel corso del campionato di defezioni ce ne saranno molte, quindi una società con un buon settore giovanile sarà inevitabilmente favorita”.