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ROBERTO D'AVERSA A UN ANNO DALLA PRESENTAZIONE SULLA SUA PRIMA PANCHINA!

21.07.2015 15:30 di Marco Romano  
Fonte: dal nostro inviato a Lanciano Marco Romano
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
ROBERTO D'AVERSA A UN ANNO DALLA PRESENTAZIONE SULLA SUA PRIMA PANCHINA!

Un tweet della Virtus questa mattina ricorda come esattamente un anno fa Roberto D'Aversa venisse presentato quale allenatore della prima squadra, succedendo così a Marco Baroni, mister mai troppo rimpianto visto il suo addio ai colori rossoneri per quelli biancazzurri dei rivali del Pescara.

D'Aversa, nato in Germania, cresce proprio a Pescara e il calcio evidentemente è già nel suo destino, visto che l'appartamento in cui vive si trova proprio sulla via che porta ad uno degli ingressi dello Stadio Adriatico (poi Stadio Adriatico-Cornacchia). Si potrebbe facilmente definirlo un "gira Italia" (da non contendere con lo "sblocca Italia", non prendetevela con lui, non c'entra niente) e facilmente gli si potrebbe chiedere di scrivere una guida sugli stadi italiani, visto che tra le varie società in cui ha giocato e alle relative trasferte li ha girati praticamente tutti. Ma sarebbe comunque tempo sprecato. Sia chiaro, non perché si mettano in dubbio le sue capacità di pensiero o di elaborazione, ma semplicemente perché già sappiamo l'eventuale risultato di un ipotetico libro: "gli stadi italiani sono indecenti" (tanto per usare un eufemismo).

Ma torniamo alla sua storia calcistica. Di ruolo centrocampista si trasferisce a Milano, sponda rossonera, in giovane età e con il club di Silvio Berlusconi firma il suo primo contratto da professionista nel 1994, pur non riuscendo a collezionare nemmeno una presenza in prima squadra. Così nella stagione successiva viene girato in prestito nell'allora Serie C1 con cui veste e difende i colori di Prato, Casarano e Monza, con cui arriva a conquistare la Serie B. Successivamente nel '99 si trasferisce a Cosenza, per poi andare a Pescara, Genova (sponda blucerchiata) e Terni continuando così la sua carriera sempre in Serie B. Arriva solo nel 2003 il debutto nel campionato di Serie A e lo fa indossando la casacca del Siena (anch'essa debuttante assoluta) dove rimane fino al gennaio 2007, prima di passare al Messina, la cui stagione però si conclude con la retrocessione. Ritorna così nella serie cadetta e dopo un ulteriore trascorso in giallorosso passa a difendere i colori di Treviso, Mantova, Gallipoli e Triestina prima di effettuare quella che più ha definito come "scelta di vita" accasandosi alla Virtus Lanciano in Lega Pro, che guida prima ad una storica promozione giunta ai play-off in finale contro il Trapani e poi, indossando la fascia da capitano, ad un'altrettanto storica salvezza conquistata sul campo sotto la guida di mister Gautieri.

Arriva, quindi, nel 2013 la decisione di appendere gli scarpini chiodo (qui non c'entra l'oramai celebre sfogo di Marcello Lippi dopo Reggina-Inter 2-1, quando dirigeva dalla panchina il club di Moratti ed è solo una pura e semplice coincidenza che "Scarpini" sia proprio il direttore di Inter Channel) continuando però il suo rapporto professionale sempre con la Virtus Lanciano ricoprendo l'incarico di responsabile dell'area tecnica ed iniziando così una nuova carriera e una nuova vita sportiva.

Riportando lo sguardo indietro forse l'unico neo è stata la squalifica di 6 mesi rimediata nel 2004 dalla Commissione disciplinare della Lega Calcio nell'ambito dell'inchiesta sulla vicenda scommesse, ahimè ancora oggi più attuale che mai!

La vita dietro la scrivania però dura solo un anno. Infatti nella stagione successiva subentra a Marco Baroni quale allenatore della Virtus Lanciano 1924 Srl e viene presentato proprio oggi, ma un anno fa.

Il bilancio sulla prima panchina non può che essere positivo, nonostante una seconda parte di campionato piena di difficoltà e al di là di quelle che man mano diventavano le speranze di una piazza che vedeva i propri beniamini giocarsela alla pari e a viso aperto con tutti. Il pallottoriere della prima annata recita così: 10 vittorie, 20 pareggi e 12 sconfitte per una media punti di 1,20, chiudendo la stagione al 13° posto con 50 punti. I numeri però non sempre riescono a spiegare e rispecchiare la storia di una stagione, visto che molte volte la squadra di D'Aversa con il suo gioco ha dominato l'avversario in lungo e in largo e più di una volta il mister si è presentato in conferenza stampa rammaricato per una vittoria sfumata. Altre volte si arrabbiava con i suoi perchè nello schiacciare l'avversario, invece di allargare il gioco, si ostinavano a proseguire in percussioni centrali, dove è più dificcile entrare quando i tuoi antagonisti si chiudono in difesa.

Il suo credo tattico è il 4-3-3, ma non è detto che questa stagione possa presentarsi al via con un altro modulo, o quanto meno avere come asso nella manica un secondo sistema di gioco da utilizzare in momenti chiave o per mantenere un risultato positivo fino al novantesimo.

Roberto (mi perdonerà se lo chiamo per nome, ma se lo chiamo sempre mister o D'Aversa rischio di diventare ripetitivo) è stato senza ombra di dubbio una delle sorprese del campionato passato. Tra i giovani si è distinto insieme al suo collega di corso a Coverciano Roberto Stellone, che è riuscito a portare il Frosinone in Serie A, e a Massimo Oddo, artefice di un finale in crescendo del Pescara, arrivato a giocarsi la promozione nella finale contro il Bologna. Il giovane tecnico si è reso protagonista di un girone d'andata da assoluto protagonista arrivando ad occupare le zone altissime della classifica, pur senza mai montarsi la testa e continuando a predicare umiltà non distogliendo, se non la piazza, almeno i suoi dall'obbiettivo primario della salvezza, quasi avesse avuto sentore delle difficoltà  che avrebbe incontrato nel girone di ritorno.

L'esordio è stato col botto! Pareggio in extremis a Catania per 3-3, vittoria in casa contro il Modena e pareggio in trasferta a Varese. Un ottimo inizio rovinato solo dalla pesante sconfitta subita in casa contro il Frosinone con un netto 1-5.

Ma dopo le grandi debacle si sa, non rimane che rialzarsi e rimboccarsi le maniche. Ed è proprio quello che farà la Virtus che riesce ad inanellare addirittura un filotto di ben 9 risultati utili consecutivi, uscendo imbattuta dal campo anche contro formazioni ben più blasonate del calibro di Vicenza, Perugia, Avellino e Livorno. Sarà la sconfitta per 1-0, con rete di Dellafiore ad interrompere la cavalcata rossonera. Di lì a poco si verificherà uno dei grandi rimpianti della stagione, la ciliegina sulla torta: la prima vittoria nel derby contro i rivali del Pescara, anche per riprendersi una rivincita contro l'ex tecnico Baroni. E dire che si era anche messa bene per D'Aversa & Co. che dopo pochi minuti dal fischio che sanciva la ripresa del secondo tempo riusciva a portarsi in vantaggio grazie ad un gran goal di Gaetano Monachello, ben servito da Piccolo. Ma quando il direttore di gara stava quasi per fischiare la fine del match, ecco che Federico Melchiorri (altra grande sorpresa in positivo dello scorso campionato, oggi al Cagliari), con una prodezza dal limite dell'area infila alle spalle di Aridità e rovina la festa dei tifosi frenati giunti all'Adriatico-Cornacchia. Prima della sosta però nataliza, dopo i pareggi contro il Carpi e lo Spezia e la vittoria di Terni, arriva un'altra delusione nella sconfitta contro il Bologna, che mette in evidenza molti dei limiti della squadra di D'Aversa e che considero a tutti gli effetti lo spartiacque della stagione. Già al 2° minuto infatti Gheresini di Genova fischia un rigore in favore della Virtus, che però Piccolo spreca clamorosamente spedendo a lato. Nel secondo tempo i rossoneri riescono comunque a passare in vantaggio con Monachello. Pochi minuti dopo hanno addirittura tra i piedi la palla per un clamoroso quanto meritato 2-0, ma Leonardo Gatto, accasatosi da giorni alla corte di Marino a Vicenza, spreca in malo modo calciando debolmente a porta vuota e facilitando l'intervento di Coppola. Contro le grandi non puoi permetterti questi errori e quasi inesorabile e puntuale (andando a stonare con il clima natalizio) arriva la doppietta di Cacia che strozza in gola quello che poteva essere un gran risultato per il morale e per la classifica, che avrebbe inevitabilmente cambiato le sorti del campionato e che forse avrebbe avuto come esito l'acquisto di altri calciatori nel mercato invernale. Purtroppo il ds Leone porta in abruzzo solamente l'esterno d'attacco Elio De Silvestro, scegliendo di non andare ad operare ulteriori innesti in una delle formazioni più corte della Serie B. Ci mette lo zampino anche il destino visto che purtroppo l'infermeria e gli infortuni saranno i veri protagonisti del girone di ritorno, in cui i risultati faticano ad arrivare, anche perché nessuno ha pietà e ti regala niente, soprattutto quando i punti iniziano a pesare e a valere doppio, come spesso accade negli scontri diretti. Per ben 3 volte arrivano due sconfitte di fila, evento mai verificatosi nelle gare d'andata, in cui la truppa della famiglia Maio era uscita dal campo con 0 punti solamente in 3 occasioni.

D'Aversa ha dimostrato più volte la sua intelligenza ammetto e addossandosi le colpe di alcuni errori e della gestione di alcune situazioni, dichiarando che se avesse avuto più esperienza forse sarebbe riuscito ad ovviare in altro modo. Ma il giovane allenatore non ha molto da rimproverarsi. E' vero che a volte il pubblico l'ha fischiato, ma era solo una piccola parte dello stadio. Forse i fischi che hanno fatto più male sono quelli giunti al termine del pareggio casalingo contro la Ternana. Ma si era alla 39esima giornata e quel punto era troppo importante ai fini della salvezza per sprecarlo andando alla ricerca di una vittoria che invece avrebbe potuto portare ad una clamorosa sconfitta contro una formazione che aveva tirato in porta solo una volta, seppur sprecando un paio di clamorosissime occasioni con Avenatti.

La stagione che tra più di un mese prenderà il via, calcioscommesse permettendo, sarà ancora più difficile per Roberto, perché chiamato in primis a riconfermarsi e poi soprattutto perché quella che avrà davanti a sé sarà una squadra quasi completamente rivoluzionata, soprattutto in attacco.

Auguri mister, oggi è un anno dalla sua presentazione. Complimenti per la sua stagione d'esordio e in bocca al lupo per la prossima. senza pensare troppo al futuro. Quello verra di conseguenza.


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