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Gubbio, cronaca di una retrocessione annunciata

Gubbio, cronaca di una retrocessione annunciataTuttoB.com
© foto di Image Sport/TuttoLegaPro.com
lunedì 14 maggio 2012, 20:00Gubbio
di Federico Errante
fonte gubbiofans.it

Cronaca di una retrocessione. Emblematica la copertina che dedica il quotidiano nazionale sportivo «La Gazzetta dello Sport» domenica mattina al Gubbio che torna in Lega Pro dopo appena un anno di esperienza in Serie B: "Il Gubbio è retrocesso. La simpatica matricola umbra non ce l'ha fatta: era difficile, ma anche il club ha sbagliato. Prima un tecnico al debutto come Pecchia, poi Alessandrini, Simoni, e troppo tardi Apolloni. Che ingenuità". Il Gubbio in effetti ha attraversato dei momenti di coma profondo, a causa soprattutto di una gestione caotica: troppa superficialità e una certa improvvisazione nell'amministrazione del club rossoblù, frutto senz'altro dell'inesperienza. Basta infatti ricapitolare il susseguirsi degli eventi e delle scelte di questa travagliata stagione per comprendere meglio tutte le ragioni di questa disfatta. Difficoltosa campagna acquisti dove sono arrivati troppi giovani inesperti e forse poco adatti per la serie B. Campagna acquisti che si è rivelata non adeguata pure a gennaio con l'arrivo di quattro calciatori che a conti fatti sul campo non sono riusciti a dare quella agognata svolta reale e decisiva. Pure il resto dei calciatori hanno incontrato difficoltà enormi, forse perchè non abituati alla cadetteria e al ritmo di gioco frenetico che si è potuto notare nel campionato di serie B. Poi sono cambiati tanti allenatori (compresi tanti vice) che hanno creato solo confusione in una squadra che già era abbacchiata e depressa per i continui risultati negativi contro avversarie che poi sul campo si sono dimostrate più efficienti e grintose, e per un gioco che mostrava lacune evidenti soprattutto in fase di finalizzazione. Tutto questo ha portato ad una logica conseguenza: uno scoramento interno, o per meglio dire uno sconforto interiore, con uno sfilacciamento graduale del gruppo. Quando si è cercato di recuperare l'irreparabile con l'avvento di un allenatore che aveva le idee ben chiare (come era avvenuto nelle due stagioni precedenti caratterizzate esclusivamente da successi), ormai i giochi erano fatti! In sostanza è successo di tutto, con l'inevitabile conseguenza di destabilizzare l'ambiente, demotivare la squadra e poi scatenare il malumore sfociato in contestazione di una tifoseria che senza alcun dubbio rappresenta l'unica nota positiva di tutto questo contesto: forte attaccamento ai colori per una costante presenza e instancabile incitamento, pure nei molteplici risultati negativi di questa stagione tribolata. Adesso cova dentro di noi un grande dispiacere! Un'amarezza logorante che a caldo fa molto male! E il motivo è molto semplice: le avvisaglie che le cose non stavano andando bene si erano viste già dopo le prime due giornate di campionato (sconfitte a Grosseto e in casa con l'Ascoli). Si è aspettato troppo tempo per prendere dei provvedimenti seri. E quando si è deciso di dare una sterzata al campionato, si sono susseguiti altri errori, pensando sempre che il campionato del Gubbio cominciasse il sabato dopo. In realtà il campionato del Gubbio non è mai cominciato: è una retrocessione annunciata. Che serva da lezione, per tutti. Che serva da insegnamento, per tutti. Ora c'è il bisogno concreto di ritrovare quell'umiltà che sembra essere stata messa (inspiegabilmente) nel dimenticatoio quest'anno in B. Ora c'è il bisogno di ripartire al più presto con solide basi e un programma serio, preciso e costruttivo. Solo così si possono ricomporre i cocci dopo una brusca retrocessione.