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Grosseto e Cittadella, due panchine lontane anni luce

Grosseto e Cittadella, due panchine lontane anni luceTuttoB.com
© foto di Luigi Gasia/TuttoJuveStabia.it
mercoledì 3 ottobre 2012, 14:05Grosseto
di Federico Errante
fonte Daniele Barone - Sky.it

Lunedì, sull’asse Grosseto-Cittadella una storia con due facce. Opposte. Di mattina, il club toscano annuncia l’esonero di Francesco Moriero e l’arrivo di Mario Somma; di sera, al Tombolato, la squadra di Foscarini batte 3-0 la Pro Vercelli, terza vittoria consecutiva in casa, quinto posto in classifica. Appunto, due storie diverse che più diverse non si può e che, proprio perché così tanto lontane meritano di essere raccontate insieme.

Piero Camilli, imprenditore nel settore delle carni, sindaco di Grotte di Castro, in provincia di Viterbo, è il presidente del Grosseto, “mangia allenatori”. Anzi, li divora. Da quando è diventato il proprietario della squadra, nel 2000, portandola dai dilettanti alla serie B (e ai play off del 2009) ne ha chiamati trentotto. Più di tre a campionato. Nessuno, finora, è riuscito a resistere per una stagione intera e, quando mai dovesse succedere, quello diventerebbe un evento da circoletto rosso. Li assume, li caccia, li richiama, li licenzia di nuovo. Nello scorso campionato, quella panchina, l’ha ribaltata cinque volte, un record. Una giostra continua. A lui, Zamparini e Cellino fanno un baffo. A lui, la famiglia Gabrielli, proprietaria del Cittadella, sta come Plutone dal sole: talmente tanti sono gli anni-luce a separarli che non riesci neanche a contarli.

Sì, perché a Cittadella hanno un direttore sportivo, Stefano Marchetti, da dodici anni e un allenatore, Claudio Foscarini, detto Jack, da otto (e sarebbero dieci contando anche il biennio nel settore giovanile). In questo calcio di matti che è il nostro, chiamatela pure anomalia. Niente giostre, neanche il pensiero di un ribaltone, dal 2005 si va avanti così. E funziona bene. Una promozione dalla C1 alla B, i play off di tre anni fa con il sogno della A, due Coppe Disciplina e, soprattutto, la possibilità di lavorare tranquilli. Con un segreto. “Ogni anno, appena finisce il campionato –spiega Marchetti- ci prendiamo dieci giorni di riposo e di silenzio assoluto, vietato telefonarsi, poi ci ritroviamo e ricominciamo”. Foscarini firma da sempre contratti di un anno, nessuna deroga e nessun rischio di annoiarsi. “Perché ogni volta gli stimoli ce li diamo cambiando modulo, li abbiamo fatti tutti in questi anni. I ragazzi si divertono e risultati ci danno spesso ragione. Tentazioni per Foscarini? Andare altrove? Questo è l’unico posto dove credo possa davvero fare ciò che gli piace: allenare. Sapendo che, le cose dovessero andare non bene, come l’anno scorso, lui avrà sempre la nostra massima fiducia”.

Si fa in fretta ad appiccicare etichette: Cittadella, isola felice ma in fondo è proprio così. L’isola dove se ne perdi tre di fila puoi star certo che Foscarini lo ritroverai pure il sabato dopo. Mentre 385 chilometri più a sud Mario Somma sta già facendo gli scongiuri.