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Perugia: Santopadre: "Grazie di tutto Andrea ma il ciclo è finito, faremo il museo del Perugia"

Perugia: Santopadre: "Grazie di tutto Andrea ma il ciclo è finito, faremo il museo del Perugia"TuttoB.com
© foto di Federico Gaetano
venerdì 29 maggio 2015, 17:40Flash news
di Daniele De Rosa
fonte Grifotube

Parla a ruota libera il presidente del Perugia, Massimiliano Santopadre, nella consueta conferenza stampa di fine stagione, che si è svolta dalle ore 12 presso la sala stampa dello stadio "Renato Curi", ecco le sue parole:

"Come ogni anno faccio questa conferenza per i doverosi saluti e per illustrare quale sarà il nostro futuro. Inizio dicendo che il rapporto con Andrea Camplone è terminato di comune accordo dopo la lunga chiacchierata di ieri e un abbraccio. Abbiamo vissuto gioie e dispiaceri che ci hanno unito come amici, ma lui è un allenatore e io il presidente di una squadra di calcio. Non c'è un motivo particolare, dopo tre anni il ciclo è finito e abbiamo tutti voglia di nuovi stimoli. Voglio ringraziare il mister, la società gli ha dato tanto ma anche lui ha fatto tanto per noi in tre anni con grande serietà e professionalità. Merita un applauso, a nome di tutta la società: grazie Andrea.Il Perugia ha subito solo uno stop, anche se doloroso. Io ci credevo perché avevamo una squadra fantastica, soprattutto nello spogliatoio. C'era un gruppo di amici che nel Perugia aveva trovato una famiglia. Io li terrei tutti, qualcuno riusciremo a trattenerlo e per chi non resterà cercheremo sostituti anche più forti. Quindi niente funerali, il Perugia sta già lavorando. Il primo passo, a breve, sarà l'annuncio del nuovo tecnico e abbiamo già dei colloqui in programma. La parola progetto non mi piace: io chiedo sacrificio, sudore, umiltà e abnegazione. Se questo significa mettere pressione mi dispiace, ma io sono convinto che solo così si arriverà in Serie A e finché io sarò presidente è a quella che punterò. Quest'anno abbiamo ottenuto grandi risultati. Siamo usciti per un errore individuale e per un calcio di rigore, si vede che doveva andare così ma guardiamo avanti. Abbiamo quarantasette società affiliate e altre ventitre richieste che stiamo valutando, perché noi prima di dire sì vogliamo capire se siamo davvero in grado di sostenerle queste società. L'Academy è fondamentale: quando io non sarò più il presidente lascerò un futuro al Perugia. Parliamo di quindici/sedicimila bambini che portano il Grifo sul petto. E questo è fondamentale e a tutti i ragazzi di Perugia e dell'Umbria dico: lunedì andate tutti a scuola con la maglia del Perugia perché questa è la nostra squadra, nel bene e nel male e noi dobbiamo essere fieri di sostenerla. Ancora trattengo le lacrime per la delusione, ma mi avete insegnato voi a soffrire, ma quello di martedì scorso è un punto di partenza. Lavori in corso: io so quello che sto facendo. Sono felice e orgoglioso di annunciare che lunedì prossimo partiranno i lavori per il Museo del Grifo nella villetta adiacente al Curi, come promesso ad alcuni tifosi. E oltre al museo ci sarà anche il Grifo store e un punto ristoro e invito anche i collezionisti a collaborare. Organizzeremo anche dei tour e altre iniziative per gli studenti. I soldi che portano in biglietteria saranno sempre usati per la società. Il Museo lo hanno costruito gli oltre 7.000 abbonati, io sono solo l'artefice. E questa è una cosa che durerà anche dopo di me, è dei tifosi e nessuno glielo potrà togliere. Passando al progetto tecnico invece io non mi arrendo e ci riproveremo: sarà difficile ma vogliamo emergere, seguendo gli stessi obiettivi passo dopo passo, dalla salvezza in poi. La A non deve essere una fissazione ma so che prima o poi arriverà. Di queste cose però parlerà Roberto Goretti, di cui io avallo il lavoro quando penso che lavora bene. Il nuovo allenatore sarà giovane ma con esperienza di calcio vissuto, al di là della categoria, e di prima squadra più che di Primavera. Del modulo, nonostante quello che si dice, non mi interessa: io voglio solo che la squadra giochi bene al calcio, o che quantomeno ci provi. Ci è mancata la grinta? Forse, ma i giocatori dovranno essere forti, altrimenti basterebbe mettere venti muratori e di certo la grinta non mancherebbe. Più in generale cercheremo di non ripetere gli stessi errori: pochi stranieri e che abbiano già esperienza in Italia perché abbiamo visto che la B si fa con gli italiani, che in generale hanno più attaccamento alla maglia; ponderare poi bene il numero dei nazionali perché quest'anno abbiamo sofferto un po' questo, anche se mi dispiace dire questo perché sono un patriota e sono fiero di vedere i miei ragazzi in azzurro. Gli errori li abbiamo fatti tutti e per questo a febbraio non è arrivato l'esonero di Camplone: non volevamo dare all'Italia il messaggio che stava sbagliando solo l'allenatore. I fatti poi ci hanno dato ragione, almeno al 70% e anche Camplone, nonostante la sconfitta col Pescara, è uscito vincitore da questa stagione. Purtroppo io con i play-off ho poca fortuna, ma arriverà anche il giorno che li vincerò. So aspettare. Per Comotto un futuro da dirigente? Non escludo che voglia giocare ancora un anno, sarà lui a dircelo: con noi farà quello che vorrà fare. I quindici minuti di applausi e cori dopo la sconfitta col Pescara non li hanno visti solo a Perugia. Ho ricevuto complimenti da tutta Italia e quella è stata la vittoria della Nord, della città del calcio. In questo mondo, come in tutti i settori ci sono delinquenti, ma anche cuore e passione: il calcio è la Curva Nord. Ed è per questo che continuo a crederci, nessuno riuscirà a rubarmi il cuore e i tifosi mi hanno dimostrato di non essere solo. Un appello agli abbonati? Non mi piace questo termine appello, perché sarebbe quasi come chiedere un favore. Per me l'abbonato è un socio che contribuisce con quello che può e fa un sacrificio che per me vale tantissimo. I 7.000 abbonati mi hanno dato fiducia a giugno e per me diventano soci, fratelli. Mi sento responsabile di ognuno di loro e mi danno la forza per andare avanti, non mi fanno sentire solo".