Menu Primo pianoCalciomercatoIntervisteEsclusive TBCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie B ascolibaribresciacatanzarocittadellacomocosenzacremoneseferalpisalòleccomodenapalermoparmapisareggianasampdoriaspeziasudtirolternanavenezia

Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie: panchine roventi, Stellone e Drago appesi a un filo esilissimo. Entella, nel segno della continuità e della lungimiranza

Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie: panchine roventi, Stellone e Drago appesi a un filo esilissimo. Entella, nel segno della continuità e della lungimiranzaTuttoB.com
© foto di Francesco Di Leonforte/TuttoCesena.it
sabato 29 ottobre 2016, 09:00EDITORIALE
di Marco Lombardi

La roboante vittoria ai danni del fanalino di coda Trapani aveva riacceso flebili speranze di riscossa; in realtà, per il Bari si è trattato solo di un fuoco di paglia, un'effimera illusione. L'infausta trasferta di Novara ha fatto riaffiorare tutti gli "atavici" difetti della squadra: contratta, timorosa, ai limiti dell'impalpabilità. E con un tecnico "integralista", refrattario all'idea di sperimentare soluzioni alternative a quel 4-4-2 scolastico che ha fatto le fortune sue e del Frosinone, ma che non dev'essere necessariamente un dogma inderogabile. Non ci stancheremo mai di ribadire che la squadra non dispone degli interpreti funzionali all'assetto tattico di cui sopra: nella cerniera di centrocampo difettano - Furlan a parte, comunque deludente - esterni dinamici, estrosi ed in grado di creare la superiorità numerica; manca un "faro" in grado di dettare i tempi ed orchestrare la manovra e l'attacco è inesorabilmente Maniero-dipendente. Non è un mistero che Stellone avesse espressamente richiesto i "pretoriani" Soddimo e Daniel Ciofani... Ma il Frosinone ha posto il veto alle cessioni. Il tecnico romano è sotto osservazione, la sua panchina vacilla: contro la Pro Vercelli, avversario sulla carta abbordabile, Stellone si gioca tutto. Servirà una vittoria per scongiurare un ribaltone che sarebbe una sconfitta per tutti.

 

Un altro allenatore che versa in una situazione di grande difficoltà è Massimo Drago. Il suo Cesena non riesce a trovare la quadratura del cerchio ed annaspa nelle acque limacciose del fondo della classifica. Smantellata in estate - in ossequio a rigorose, tassative, esigenze di bilancio - l'intelaiatura di una squadra che, tutto sommato, si era ben comportata, tanto da giocarsi la serie A nella lotteria dei play-off, si è optato per pedine più esperte ma, contestualmente, meno qualitative. Il confronto fra l'organico attuale e quello della passata stagione non regge, specie nella zona nevralgica del campo dove il fosforo di Sensi e l'esplosività di Kessiè non sono stati adeguatamente rimpiazzati. Ed anche davanti - Djuric a parte, esemplare per dedizione ed abnegazione - la rosa presenta una commistione tra elementi acerbi, anarchici ed indolenti... Dolorosissima, infine, la cessione di Ragusa, che ha costretto Drago, obtorto collo, a rivoluzionare l'assetto tattico, accantonando il canonico 4-3-3 per virare su un 4-3-1-2 "elastico". Con risultati sconfortanti. La squadra fatica a sviluppare proficue trame di gioco, ignora le verticalizzazioni ed accusa una disarmante asfitticità e sterilità offensiva... Tanti i grattacapi di un tecnico che non riesce a trovare le giuste alchimie per uscire dal limbo della zona retrocessione. La trasferta di Frosinone rappresenta l'ultima spiaggia per Drago, che non riscuote più la fiducia incondizionata della società. Nel mentre, ombre sempre più minacciose si addensano sulla sua panchina pericolante. Il futuro è aleatorio. La girandola di nomi di potenziali sostituti, più o meno credibili, è iniziata. Ma anche questo fa parte della caducità del mestiere.

 

Corsara a Cesena, la Virtus Entella si è issata al secondo posto in graduatoria, sebbene in condomino con Carpi e Cittadella. Un risultato straordinario, ma non accidentale, frutto della politica intelligente, oculata e lungimirante di una società seria e solida. Un progetto che ha radici antiche, cresciuto a piccoli passi e senza fare voli pindarici, imperniato sul consolidamento di un'ossatura di squadra progressivamente migliorata attraverso innesti mirati e di qualità. "Continuità" è la parola chiave: Breda sagacemente non ha rivoluzionato l'assetto tattico e la filosofia di gioco della squadra, al contrario proseguendo nel solco della direzione tracciata da Aglietti, affinando gli automatismi - talchè la squadra ormai gioca a memoria - ed insistendo puntigliosamente sul corretto approccio alle partite. Organizzazione, spirito di sacrificio e mentalità propositiva comunque ed ovunque: queste le qualità principali sfoggiate dalla compagine ligure. Partita a fari spenti, la Virtus Entella si candida a recitare un ruolo da protagonista in seno al campionato. Per centrare quel traguardo sfuggitole di un soffio nella passata stagione. Il Brescia è avvisato...