Menu Primo pianoCalciomercatoIntervisteEsclusive TBCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie B ascolibaribresciacatanzarocittadellacomocosenzacremoneseferalpisalòleccomodenapalermoparmapisareggianasampdoriaspeziasudtirolternanavenezia

NON CI RESTA CHE PIANGERE...SCOMMETTIAMO?

NON CI RESTA CHE PIANGERE...SCOMMETTIAMO?
mercoledì 24 giugno 2015, 20:00EDITORIALE
di Andrea de Carlo

L'altro ieri sono andato a vedere la Benny Cup, un torneo, a cui ero stato inviato, organizzato da Federico, figlio di Lorenzo Benincasa, storico allenatore dei settori giovanili locali che ha fatto della propria vita il calcio, all'insegna di valori assoluti, elevatissimi (al giorno d'oggi quasi irraggiungibili mi verrebbe da dire) come il rispetto, la solidarità, il fariplay e l'onestà. Già, l'onestà...onestà deriva da onesto, dal latino honestus: dicesi di colui che è alieno da tutte quelle azioni o parole che sono contrarie al dovere e all'onore. Visto l'utlimo, ennesimo scossone calcioscommesse, la domanda sorge spontanea: In Italia, anzi non divaghiamo troppo, nel calcio italiano, si ha presente il significato, etimologia a parte, di questa parola? I dubbi sulla risposta sono tanti, tantissimi. Uno vorrebbe pensar bene, ma poi..poi si sveglia una tranquilla mattinata estiva, accende Tv, cellulare e vede siti, canali, trasmissioni che trasudano di sgomento per la retata mattutina che avrà come sicura conseguenza quella di rivoluzionare il mondo del calcio. Mondo del calcio che, puntualmente, non viene modificato per niente, ed ecco che riparte il tiritera mediatico, la scoperta dello sporco, lo scandalo e via che ricomincia la giostra. La bellissima e pulitissima "operazione salvezza Catania" messa in piedi e in atto da Pulvirenti e company non è altro che l'utlimo dei lerci teatrini che puntualmente, con cadenza regolare, si ripetono ai danni del calcio italiano e che, con ogni probabilità, si tornerà a ripresentare, nemmeno fra troppo tempo. Già, perchè nel calcio del Belpaese funziona così: di persone vogliose di fare del mondo in genere e del mondo del calcio nello specifico un mondo pulito ne trovi una ogni morte di papa. Di farabutti che non si possono guardare allo specchio altrimenti si ucciderebbero, ce ne sono a bizzeffe: cambiano gli interpreti ma non lo scenario e la trama del teatrino. Ah e anche la tempistica che intercorre tra una sporca azione e l'altra, rimane la stessa, anzi se possibile si accorcia, nemmeno quella siamo stati in grado di quantomeno dilatare, ponendo un po' il freno al vomitevole fenomeno. Cinque i match nel mirino, tutti tra aprile e maggio, interessante nonchè rasserenante sapere, come mi faceva notare ieri pomeriggio un lettore, che nessuna delle compagini contattate per la combine si è opposta, tutti piegati, schiavi della propria schiavitù. "I treni del gol" il nome dell'indagine che ha portato all'arresto di sette persone, oltre a cinque altri esponenti del pallone tutt'ora oggetto di indagine. Nel linguaggio in codice usato dai malavitosi, i treni rappresentavano le partite da combinare; gli orari invece corrispondevano al numero di giocatori comprati per alterare il risultato dell'incontro. Altro schema emerso dalle intecettazioni è quello del magistrato, di cui Pulvirenti ne faceva le veci. L'"udienza" e la "causa" facevano si che si stabilisse il modo per truccare le partite, il treno era il calciatore disponibile a farsi comprare e infine le parole "tariffa" o "parcella" servivano per concordare quanto pagare il giocatore che si era prestato al "favore". Non ci sono i presupposti per concludere questo editoriale con una nota positiva, seppur di cauto ottimismo. Non ci resta che piangere mi viene da pensare e da scrivere e non ci resta che piangere scrivo. Nella disillusa speranza che, prima o poi, qualcosa, oltre alle maglie dei calciatori ad ogni sessione di calciomercato, cambi, ma cambi davvero, altrimenti i proclami fini a loro stessi teneteveli pure per voi, che di parole ne son già state dette troppe.