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La notte dei Lupi, tra arbitri, fantasmi e ventura avversa

La notte dei Lupi, tra arbitri, fantasmi e ventura avversaTuttoB.com
© foto di Luca Rea
domenica 20 dicembre 2015, 12:53EDITORIALE
di Francesco Becciani

Se è vero che il lupo perde il pelo ma non il vizio è anche vero che questo vizio i lupi stanno cominciando digerirlo con molta fatica. Non vizio di forma ma di sostanza, uno di quei vizi capitali che rischia se reiterato di compromettere un’intera annata. Uno di quelli che rischia di diventare pesante quanto una palla d’acciaio aggrappata alla caviglia di centometrista che non può permettersi di perdere quel decimo di secondo che serve per correre più veloce di altri.

 

Per fortuna che c’è Nitriansky a scacciare i fantasmi del Lago di Como, degli spettri che rischiavano di rovinare la festa dell’Avellino, a modo loro come sono abituati a fare cioè con l’ennesimo errore arbitrale che poteva rivelarsi decisivo. Bastien in area viene toccato non elegantemente da Scuffet e abbattuto in maniera palese, ma per La Penna non è calcio di rigore, quindi si gioca. È il 15’ minuto di gara e un rigore, sacrosanto, in quel momento rischia di essere un viatico eccellente per dare il via ad una meritata vittoria dell’Avellino che si vede ingiustamente sventolare davanti l’ennesima insufficiente prestazione del direttore di gara. Fatto il misfatto, si continua, ma l'Avellino ieri è più forte del Como, più forte delle decisioni arbitrali, e vince ancora.

Fosse la prima volta, gli irpini potrebbero semplicemente storcere il naso, ma i fantasmi rischiano di essere ora troppi, già 5 in questa sfortunata stagione. Si inizia nel derby con la Salernitana dove il primo gol appare irregolare o quanto meno molto dubbio perché il traversone di Sciaudone per Gabionetta nel gol del vantaggio attraversa la linea di fondo, ma l’arbitro sorvola e Avellino in svantaggio. Sorte non diversa contro il Caglari, quando Sau, nell’occasione del gol degli isolani viene pescato da Farias in fuorigioco, ma la bandierina resta giù e i padroni di casa vincono 2-1. Passando per la gara interna col Novara dove Trotta buca Da Costa, ma non per il direttore di gara che segna un fuorigioco inesistente nel potenziale gol del vantaggio. Infine Livorno dove Biraschi tocca di spalla in area, ma non per il signor Minelli di Varese che vede un braccio largo e da rigore ai toscani espellendo il difensore irpino, condannando l'Avellino alla sconfitta.

Tanti episodi dunque da annotare, per un lupo bagnato dalla sfortuna in questa prima parte di campionato. Avellino che resta però nel Guinnes dei primati con il singolare record dell’unica squadra nel calcio italiano dei grandi a non aver ancora avuto un calcio di rigore a favore, con il secondo attacco stagionale della competizione. Già, perché l’ultimo rigore concesso risale ad Avellino-Pescara, nell’aprile del 2015, quasi un’era geologica calcistica fa' per una squadra che entra in area avversaria con costanza.

Un Lupo ferito, macchiato con regolarità, ma ululante, rabbioso e ringhiante, come ieri sotto il Lago di Como, dove ha saputo essere più forte dell’ennesima decisione fantasma, reagendo con più rabbia e trovando la vittoria. Adesso la corsa può continuare, dopo la terza vittoria consecutiva e un passo dai play-off raggiunto, perché l’attenzione non può essere rivolta in questo momento ad arbitri protagonisti o sfortune aleggianti, ma alla prossima gara di campionato. Già perché contro l’Entella la sensazione è quella di poter tornare a ruggire e ululare, nella notte proprio come piace ai lupi, per un’aggancio alle zone alte che regalerebbe un Natale più sereno, con la voglia per gli uomini di Tesser di non fermarsi, continuando a vincere, contro arbitri, fantasmi e ventura avversa.