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Frosinone contro tutti. "Derby del riso": storia di una rivalità lunga oltre un secolo. La prima di Liverani, tra speranza e utopia

Frosinone contro tutti. "Derby del riso": storia di una rivalità lunga oltre un secolo. La prima di Liverani, tra speranza e utopia
sabato 11 marzo 2017, 08:30EDITORIALE
di Marco Lombardi

Il Frosinone è “nel radar”. Che non è quello di Raz Degan all’Isola dei Famosi, bensì quello delle dirette concorrenti alla promozione in serie A. La 30esima giornata di campionato, infatti, vedrà la capolista impegnata su più fronti: da un lato i ciociari dovranno respingere l’assalto di un Bari che ha l’opportunità di accorciare sensibilmente le distanze dalla vetta; dall’altro, invece, dovranno guardarsi dalle incalzanti inseguitrici, Spal e Verona, alle prese con impegni sulla carta abbordabili, pronte ad approfittare di un passo falso della capolista per mettere la freccia. Quello che scenderà in Puglia sarà un Frosinone col dente avvelenato per i due punti gettati alle ortiche a domicilio contro il Cittadella. I gialloazzurri, come hanno lasciato  intendere i bellicosi proclami della vigilia, vorranno riscattarsi prontamente e giocheranno a viso aperto, senza speculare sul risultato - esercizio aborrito da Pasquale Marino -, per cercare di tornare a casa coi tre punti e difendere il primato solitario in classifica. Quanto al Bari, al di là dell’urticante retorica trita e ritrita, quello che passerà oggi dal “San Nicola” potrebbe essere effettivamente l’ultimo treno per tentare la scalata alla serie A senza passare dalla porta di servizio. Fondamentale sarà scrollarsi di dosso le scorie della sconfitta di Chiavari, frutto di una congerie di dozzinali sbavature difensive e di un’evanescente, a tratti impalpabile, fase offensiva.



Il “derby del riso” fra Novara e Pro Vercelli affonda le proprie radici nel lontanissimo 1912-13, quando le due compagini militavano nel Campionato Italiano di Prima Categoria, l’equivalente dell'attuale serie A. Eclatanti in quella stagione le affermazioni delle bianche casacche sugli azzurri (7-0 in casa e 6-0 fuori), preludio alla conquista del quinto dei sette scudetti della gloriosa epopea della Pro Vercelli. Domani si giocherà al “Silvio Piola” (di Novara). Sì, perché curiosamente anche lo stadio di Vercelli è intitolato a quello che di entrambe le squadre è stato il miglior marcatore in serie A. Il derby piemontese è gara sentitissima, portato di una rivalità di antica data. Novara e Vercelli, città geograficamente contigue ma storicamente distanti fra loro. E una lunga sequenza di contrasti, diatribe, sgambetti e ripicche, risalenti addirittura ai tempi del Regno Sabaudo, segnatamente al 1859 quando Vercelli fu assorbita dalla provincia di Novara, riuscendo poi a sdoganarsi dal capoluogo gaudenziano solo sotto il regime fascista. Terminato questo breve excursus storico, veniamo al derby di domani. Ad affrontarsi sono due squadre in salute: il Novara, reduce da quattro vittorie consecutive ed in striscia positiva da sette giornate, si è prepotentemente rilanciato in classifica, irrompendo in zona play-off; la Pro, a sua volta, mutuando il titolo di un celebre film con protagonisti Jim Carrey e Morgan Freeman, è reduce da “Una settimana da Dio”, nella quale ha sbancato Cesena e Terni nonché acciuffato un rocambolesco pari con l’Avellino. Partita indecifrabile, arduo avventurarsi in un pronostico: il derby è gara irrazionale per antonomasia, che sfugge ad ogni logica, annulla le differenze di valori e spesso sovverte le gerarchie precostituite.

 

Silurato Gautieri, condannato da numeri impietosi (6 sconfitte consecutive in 7 gare), al capezzale della Ternana è arrivato Fabio Liverani. Improbo il compito che attende l’ex centrocampista della Lazio: raccogliere i cocci, serrare le fila e tentare di risollevare il morale di una squadra emotivamente fragile, smarrita… Che nelle ultime settimane è parsa amorfa, imbolsita ed avviluppata in una crisi drammatica. Liverani ne è perfettamente consapevole ed ha messo le mani avanti definendo quest’avventura una “sfida quasi impossibile”… E’ evidente, infatti, che, rebus sic stantibus,  per mantenere la categoria servirebbe un’impresa disperata, titanica... Ecco, dunque, che quella di domani contro il Trapani sarà una gara da vivere in apnea: l’ultima chiamata. Le Fere non hanno alternative: vincere per alimentare l’esilissima fiammella della speranza o rassegnarsi ad un finale di stagione agonizzante.