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Dov'è finito lo spettacolo sugli spalti? Questa serie B non ci piace, i soldi del biglietto li merita la D. E il futuro è anche peggio...

Dov'è finito lo spettacolo sugli spalti? Questa serie B non ci piace, i soldi del biglietto li merita la D. E il futuro è anche peggio...TuttoB.com
© foto di Ninni Cannella/TuttoLegaPro.com
giovedì 3 aprile 2014, 01:00EDITORIALE
di Francesca Simonelli

Che la serie B sia un campionato equilibrato e per questo avvincente, non lo si è mai messo in dubbio. Che sia una fucina di giovani talenti, nonchè un trampolino di lancio per tanti giocatori e allenatori, è altrettanto indiscutibile. Rimane il fatto, e questa è un'altra verità inconfutabile che non ci stanchiamo di ripetere, che il livello della serie cadetta, in quanto a club e bacini di utenza, sia sceso vertiginosamente rispetto a dieci anni fa. E non è solo una questione di anni, ma, ci apprestiamo a dimostrarlo, anche di categoria. Nel calcio paga la programmazione, continuano a ripetere gli addetti ai lavori. Il tutto, però, aggiungiamo noi, a discapito dello spettacolo. Non tanto quello del rettangolo di gioco, che tutto sommato non manca mai, in particolare per gli appassionati, quanto invece quello sugli spalti. Non ci sono più i club di una volta, dicevamo in un editoriale pubblicato qualche settimana fa. Ergo, non ci sono più gli spettacoli di pubblico di una volta, o peggio, non ci sono in serie B le tifoserie che esistono, invece, in Lega Pro, o addirittura in serie D. Si, avete capito bene, nel campionato Interregionale ci sono squadre con un seguito uguale, se non superiore, a quello di molti club di vertice della nostra serie B. 

Un esempio su tutti, quello che balza subito agli occhi e del quale hanno parlato tutte le tv nazionali, è il Savoia, storico club di Torre Annunziata, in provincia di Napoli, che milita nel girone I dell'affollatissima serie D. I biancoscudati, primi in classifica con un distacco notevole dalle inseguitrici, portano allo stadio Giraud, capienza 12500 posti, sempre migliaia di tifosi, e hanno raggiunto uno dei massimi livelli nel derby contro la Battipagliese, giocatosi lo scorso 22 marzo davanti a oltre 7000 tifosi, e terminato 5-1 per i padroni di casa, sempre più lanciati verso la Lega Pro. Non va bene, è davvero un peccato che un club dal bacino d'utenza di questa portata, debba essere relegato così lontano dal calcio che conta. 

Sempre in serie D, nel girone H, milita il Taranto, che allo Iacovone, capienza di circa 28000 posti, accoglie non meno di 5000 tifosi in partite non particolarmente decisive, come quella giocata due settimane fa con il Gladiator, club campano della provincia di Caserta ultimo in classifica, arrivando poi agli oltre 9000 spettatori della gara contro il Matera dello scorso week end, considerata il big match di giornata. Altra piazza, quella pugliese, che dovrebbe vivere tutt'altro calcio, e che invece può guardare solo dal basso club come ad esempio il Trapani, che nella bellissima gara con il Bari è stato accompagnato da circa 5400 tifosi. Nulla contro la squadra di Boscaglia, beninteso, che anzi sta facendo un miracolo calcistico, di quelli belli anche solo da vedere. I dati, però, parlano chiaro, e dicono che tra i due club, che registrano un seguito simile dal punto di vista dei numeri, ci sono ben tre categorie. Un'assurdità, soprattutto se si pensa che se il Taranto fosse al posto del Trapani, i tifosi non sarebbero 5000, ma 20000. Poco, ma sicuro.

Sembra sinceramente assurdo pensare che lo spettacolo sugli spalti sia di casa due o tre categorie al di sotto del secondo campionato italiano. Le statistiche dicono che la media totale degli spettatori in serie B, studiata rispetto alle partite casalinghe di ogni squadra, è di 5269 spettatori. Vince questa classifica il Cesena, con una media di circa 10500 tifosi, seguito da Palermo, Pescara e Avellino, che arriva di poco sopra gli 8000 spettatori di media. Da qui si scende direttamente dai 6000 dello Spezia in giù, fino ad arrivare al Cittadella, fanalino di coda con la media di 2230 spettatori nelle gare casalinghe. Poco, decisamente poco per un campionato così vicino alla serie A e che gode di una cassa di risonanza di poco inferiore al massimo campionato, ma tanto superiore a quella delle categorie più basse, le quali, a conti fatti, meriterebbero quantomeno lo stesso trattamento. 

Dal prossimo anno, tra l'altro, con l'istituzione della Lega Pro unica a tre gironi, la vecchia serie C diventerà un campo di battaglia senza esclusione di colpi e con lo spettacolo assicurato, e toglierà alla B anche la peculiarità di essere il campionato più avvincente. Spettacolo, in Lega Pro, in campo e sugli spalti. Soprattutto se, come speriamo non accada ma la classifica oggi direbbe questo, tra le 60 squadre andranno a finire piazze come il Padova o la Reggina. Insomma, il presente non ci piace, è chiaro, e la prospettiva futura ancora meno. Non ci resta che guardare le partite dei vari Taranto e Savoia, e sognare una serie B altrettanto spettacolare.