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Delli Carri: Un lusso senza squadra

Delli Carri: Un lusso senza squadraTuttoB.com
© foto di Federico De Luca
lunedì 15 giugno 2015, 21:49EDITORIALE
di Francesco Becciani

Mercato. Una parola, mille le sfaccettature. Mercato odiato, forse da qualcuno che ama la stabilità e odia i cambiamenti. Mercato amato, da chi appassionato di calcio aspetta solo l’estate per vedere all’opera la propria squadra del cuore, attendendo, valutando e magari perché no, anche sognando quel colpo che possa infiammare ogni campo. 

Chi di campi ne ha calcati veramente tanti è Daniele Delli Carri. Dall’amore granata del Toro, alle mille battaglie tra Genoa, Piacenza, Fiorentina e Pescara tra le più rilevanti. Dieci anni nel calcio giocato con oltre 400 presenze in tutti i maggiori campionati del panorama italiano, ed un esperienza che lo ha lanciato nel mondo delle scrivanie dirigenziali solo un’anno dopo il suo addio alle scarpette. 

Il Pescara nel 2010 è la sua grande chiamata. L’ex bandiera proprio degli abruzzesi allestisce una grande rosa con il ritorno di Zeman e una promozione indelebile nella storia del Pescara. Immobile, Insigne e Verratti i gioielli esplosi sotto la sua gestione, armonia di spogliatoio, oltre che il tanto ambito, e forse inaspettato, ritorno al grande calcio che conta. In Serie A il mercato non è mai semplice. La prima grossa operazione del Direttore pugliese è la plusvalenza più importante della storia del Pescara, con la cessione di Verratti, appena 19enne, per 12 milioni di euro ad uno dei colossi del calcio mondiale, il PSG. Poi gli acquisti che regalano agli abruzzesi dei giocatori dal talento e dal valore, anche economico, indiscusso. Quintero(poi venduto a 10 milioni), Waiss e Perin, oltre ai longevi Bjarnason e Brugman ancora al Pescara e pronti a far fruttare l’ennesima cassa. Prospettiva, immediatezza e costi abbattuti. Il Pescara affronta una stagione difficile, dove non è mai facile dover cambiare ed avere risultati immediati. 

Così l’anno dopo arriva la chiamata del Genoa, sempre in vesti di Direttore Sportivo. Anche in Liguria la missione non è tra le più semplici. Il club di Preziosi proviene da due diciassettesimi posti consecutivi, uno spogliatoio non semplice da far quadrare, ma dall’ambizione di tornare in posti di altra classifica. Vrsaljko, Fetfatzidis, De Maio e Marchese nell’equilibrata, a livello di conti, campagna acquisti estiva di Delli Carri. Poi il divorzio dal Genoa e da Preziosi ancor prima della fine della stagione, fino all’ultima chiamata, quella di Catania nello scorso Gennaio. Situazione drammatica. Club nei bassifondi della Serie B, scelte sbagliate in chiave di mercato estivo e uno spogliatoio totalmente spaccato. Una vera e propria chiamata d’emergenza. Delli Carri raccoglie la sfida e sotto la sua gestione arriva l’ennesima rivoluzione necessaria e  molto più che sufficiente. Gillet, Maniero, Mazzotta, Del Prete, Schiavi, Ceccarelli, Coppola e Sciaudone. Nomi rodati, scelti con esperienza e con costi totalmente abbattuti. Un mercato da lusso per qualsiasi squadra di Serie B. L’obiettivo promozione non sembra realistico al suo arrivo, con una situazione ambientale allo sbando, ma il suo lavoro in veste di uomo campo porta i suoi frutti, con una squadra che riesce a trovare l’amalgama nel giro di poche settimane e trovando l’unico obiettivo possibile: la salvezza. 

Il resto è il presente. Daniele Delli Carri termina il suo legame con il Catania, per una scelta di obiettivi e di programmazione, nonostante un altro anno di contratto. Tirando un po di somme, e numeri, un lusso dirigenziale ad oggi svincolato. Senza squadra e pronto per una nuova avventura, dove poter progettare e programmare, come quando fu protagonista dell'impronosticabile cavalcata del Pescara alla Serie A. Un uomo che stuzzica le ambizioni di quelle squadre in cerca di competenza, serietà, attenzione ai conti e perché no anche esperienza di campo. Un futuro insomma tutto da scrivere per Delli Carri, e chissà, magari proprio le prossime pagine potranno cominciarsi a riempire proprio nei prossimi mesi.