Cesena: "Ciò che non abbiamo osato, abbiamo certamente perduto"

I bianconeri conquistano all'Ardenza un punto prezioso, che consente loro di staccare in classifica il Novara e di issarsi al quarto posto in solitaria, contestualmente rosicchiando un punticino ad un Pescara che, pur sconfitto, ha per lunghi tratti dominato il Cagliari al Sant'Elia. Il pregio della prestazione offerta dai romagnoli va individuato nella capacità di reazione, dopo aver incassato l'inopinato svantaggio, "propiziato" da un'amnesia difensiva di Magnusson (imbarazzante la sua prova). Contro un Livorno ancora convalescente per i postumi della "mazzata" rimediata al "Picco", i romagnoli hanno fornito una prova non disprezzabile, senza, però, spingere con determinazione sull'acceleratore alla ricerca del bottino pieno. Anche oggi nessuna traccia dello spirito garibaldino e del piglio autoritario sfoderati al "Manuzzi"... Solito standard... "Atavico" deficit di personalità... Complice la pessima direzione arbitrale del Sig. Abbatista, "reo" di aver elargito a piene mani opinabili cartellini gialli e rossi ai romagnoli, nonchè di non aver ravvisato gli estremi per la concessione ai medesimi di un rigore che Graziano Cesari definirebbe, senza esitazione, "solare" - mani in area labronica di Ceccherini -, i romagnoli rinviano ancora una volta l'appuntamento con il blitz in trasferta... E i rimpianti aumentano... Nell'ottica della prestazione complessiva, senza infamia e senza lode, considerato che il pari sul difficile campo dell'Ardenza porta a cinque i risultati utili consecutivi del Cesena, il bicchiere potrebbe vedersi mezzo pieno; dal lato del risultato, invece, non può non convenirsi circa il fatto che il bicchiere sia mezzo vuoto, trattandosi di due punti persi contro un avversario tutt'altro che irresistibile... Come ha detto qualcuno: "Ciò che non abbiamo osato, abbiamo certamente perduto"...